Il trend in discesa che sta caratterizzando l’inflazione in Europa comincia finalmente a essere evidente anche in Italia: nel mese di gennaio, secondo i dati Istat aggiornati, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) calcolato al lordo dei tabacchi manifesti un aumento dello 0,1% su base mensile e del 10% su base annua, rispetto al +11,6% del mese precedente. Per l’Istat, che ha così limato la stima preliminare, l’inflazione a gennaio evidenzia “un netto rallentamento”
Istat, l’inflazione rallenta al 10% a gennaio con il calo dei prezzi energetici
Secondo l’Istat, il carrello della spesa in Italia – ossia i prezzi dei veni alimentari e per la cura della persona e della casa – cala a +12% a gennaio 2023 rispetto a +12,6% del mese precedente mentre l’inflazione acquisita per il 2023 – la crescita media che si avrebbe se i prezzi rimanessero stabili per tutto l’anno – è pari al 5,2% per l’indice generale e a +3,2% per la componente di gondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi.
Nel mese di gennaio, l’inflazione più significativa è stata registrata nelle Isole a +11,7%, in lieve rallentamento da +13,9% di dicembre 2022. Al Nord-Ovest, l’inflazione si attesta a +10,0% (+11,4% il mese precedente) mentre i tassi più bassi rispetto alla media nazionale emergono al Sud (+9,9% a fronte di +11,7%), nel Nord-Est (+9,7%, da +11,5%) e nel Centro (+9,6%, da +11,0%).
Per il Codacons, il ribasso è un’illusione ottica
Sui nuovi dati relativi all’inflazioni aggiornati a gennaio e diffusi dall’Istat, è intervenuto il Codacons. “L’Italia è messa ancor amale, il ribasso dell’inflazione registrato a gennaio è una mera illusione ottica dovuta al forte caso dei prezzi dei beni energetici”, ha denunciato l’associazione dei consumatori.
“I numeri sull’inflazione non devono trarre in inganno”, ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. “Il caro-prezzi continua purtroppo anche a gennaio ad abbattersi sugli italiani, con il tasso al 10% che, a parità di consumi e considerata la spesa totale annua delle famiglie, rappresenta una mazzata da +2.925 euro annui per la famiglia tipo, +711 euro solo per il cibo; +3.788 euro per un nucleo con due figli (+969 euro solo per la spesa alimentare). Il rallentamento registrato il mese scorso è da attribuire unicamente al forte ribasso dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, che passano su base annua da +70,2% a -12%. Al contrario si accentua l’inflazione per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +8,9%) e gli alimentari continuano a mantenersi su livelli elevati (+12,6%)”.
E ha concluso: “Sul fronte dei prezzi al dettaglio, quindi, l’Italia è messa ancora male, e la strada per riportare i listini alla normalità è purtroppo ancora lunga”.