Sul Superbonus il governo pare parzialmente ravvedersi. Mariolina Castellone (M5S), vicepresidente del Senato, che ne pensa?
“Il Governo, con insopportabile cinismo, ha varato un minuto dopo le elezioni un decreto che cancella lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta, il vero polmone finanziario del Superbonus, tradendo ogni impegno e promessa elettorale. Stiamo ai dati di fatto: nella scorsa legislatura, e in campagna elettorale, con atti parlamentari e presenze in piazza, tutti e tre i partiti del centrodestra si sono schierati a favore del Superbonus. È l’ennesimo tradimento delle promesse elettorali, che adesso provano a camuffare con qualche proposta”.
Da Giorgia Meloni a Matteo Salvini tutti promettevano di difendere il Superbonus…
“Nella scorsa legislatura autorevoli rappresentanti di FdI erano fermi sostenitori della circolazione dei crediti fiscali, quasi tifosi della moneta fiscale, sfidavano il M5S dicendo che avevamo intuito un meccanismo economico vincente ma non avremmo avuto il coraggio di confermarlo. In questa legislatura Forza Italia ha depositato alla Camera una mozione di 8 pagine a difesa del Superbonus, in cui chiede altrettanti impegni al Governo, tra cui la definizione di una diversa metodologia di calcolo dell’impatto economico complessivo della misura. Più voltafaccia di questo…”.
Come valuta la possibilità di agire tramite gli F24 per i crediti incagliati?
“È una proposta ragionevole, che mette d’accordo costruttori e banche. Il M5S ha presentato emendamenti in tal senso sin dalla scorsa legislatura al Dl aiuti bis. In questa legislatura abbiamo presentato emendamenti identici al Dl aiuti quater e alla Legge di bilancio, puntualmente bocciati dal Governo. Adesso vogliamo vedere se l’Esecutivo ritirerà fuori la stessa soluzione che ha respinto mesi fa. Sarebbe l’ennesima dimostrazione di un cinico calcolo politico, fatto sulla pelle delle imprese e dei lavoratori”.
C’è il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti.
“La nostra proposta di acquisto dei crediti d’imposta da parte degli enti locali era stata seguita da molti enti locali e Regioni, la maggior parte dei quali guidati dal centrodestra. Iniziative in tal senso erano in corso in Basilicata, Liguria, Piemonte, Sardegna, nella provincia di Treviso. Tutte giunte a guida centrodestra. Poi sono arrivati gli spettri agitati da Giorgetti”.
Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni completano il lavoro di demolizione del 110% inaugurato dal governo Draghi.
“La premier Meloni, che ha raccontato per un anno e mezzo di aver fatto opposizione al Governo Draghi, ne ha però ereditato diversi esponenti, tra cui quello più importante, Giorgetti, adesso promosso all’Economia. Forse questo dovrebbe gettare una luce chiarificatrice sull’autenticità di quell’opposizione. Al di là dei nomi, ciò che ci allarma è l’impostazione economica di fondo: questo è un Governo che sta facendo più austerità di Draghi, con un Paese consegnato a una crescita da zero virgola nel 2023 e con una legge di Bilancio che ha tagliato la sanità, l’istruzione e gli investimenti. Sulla sanità l’anno prossimo torneremo a una spesa in rapporto al Pil più bassa del 2019, anno pre-pandemia”.
Erano necessari correttivi al 110%?
“La misura è nata nell’anno della pandemia, come booster per l’edilizia, e ha perfettamente centrato l’intento, visto che il settore nel 2021 ha rappresentato la locomotiva d’Europa. Non abbiamo mai detto che l’agevolazione sarebbe stata eterna al 110%, infatti nel programma elettorale abbiamo proposto un piano a lungo termine di stabilizzazione dei bonus edilizi, con aliquota comune da incrementare a seconda della virtuosità dell’investimento. È esattamente ciò che serve in vista delle sfide lanciate dalla direttiva case green, i cui obiettivi di efficientamento energetico sono ineludibili. O vogliamo privare gli italiani di un incisivo risparmio in bolletta? Proprio ieri Nomisma ha aggiornato le sue stime calcolando che ogni beneficiario di interventi con Superbonus ha avuto un risparmio medio in bolletta di quasi mille euro”.
Giorgetti ha parlato di “una montagna di 110 miliardi” a proposito dei crediti di imposta, di costi di 2mila euro per ciascun italiano.
“Giorgetti effettua una colossale mistificazione. A parte il fatto che 110 miliardi sono riferiti agli investimenti attivati da tutti i bonus edilizi, non solo dal Superbonus, è semplicemente assurdo dividere la cifra per 59milioni di italiani, senza nemmeno citare il ritorno di questi investimenti che secondo autorevoli studi, dall’ordine dei commercialisti al Censis, in termini di solo gettito fiscale può andare dal 43 al 70% dell’investimento. La cifra che rimane dovrebbe essere poi divisa per i 5 anni sui quali vengono spalmate le detrazioni da Superbonus. Alla fine, se proprio dobbiamo seguire il ragionamento fallace di Giorgetti, il costo per ogni italiano va tra gli 80 e i 130 euro. Ma, ripeto, è proprio il ragionamento a essere sbagliato alla radice. Qui parliamo di investimenti che, sempre secondo l’ultimo aggiornamento Nomisma, hanno un effetto più che triplo sul sistema economico rispetto alla spesa iniziale. In particolare i 60,5 miliardi attivati dal Superbonus a fine ottobre 2022 hanno prodotto effetti sull’economia per 195 miliardi tra settore delle costruzioni, settori collegati e aumento dei consumi. Tra gli effetti benefici ci sono il risparmio energetico, il taglio di 1,4 milioni di tonnellate di CO2, l’aumento del valore degli immobili ristrutturati. E poi non scordiamoci che grazie alla spinta data all’edilizia, il Superbonus ha contribuito alle performance record del +6,7% del Pil 2021 e del +3,9% del Pil 2022, numeri che l’Italia non vedeva da 35 anni. Adesso invece il Governo riporta indietro le lancette dell’orologio al +0,6% del Pil. Ci rendiamo conto?”
Vi mobiliterete in difesa del 110%?
“Noi resteremo al fianco delle imprese e dei lavoratori. Qui l’unico buco che rischiamo di creare è quello in cui rischiano di sprofondare 40mila imprese e 130mila lavoratori, con tutto quello che ne consegue in termini di costi di Naspi e cassa integrazione”.