Durante queste ultime elezioni molti ritengono che ci sia stato uno sbilanciamento di forze tra destra e sinistra sui media e in particolare sulle tv. Tomaso Montanari (rettore dell’Università per stranieri di Siena) secondo lei come stanno le cose?
“Parlare di destra e sinistra mi pare la cosa meno interessante, la vera notizia di queste elezioni è il dato sull’astensione che significa che non esiste più la democrazia in Italia. In questo l’informazione ha un’enorme responsabilità perché la politica viene raccontata come un teatrino che interessa giusto gli addetti ai lavori. Questa narrazione è disgustosa, aneddotica e fatta guardando nel buco della serratura. Una narrazione fatta ad uso e consumo di pochi ma che non serve a nessuno. Tutto ciò mi sembra direttamente collegato al fenomeno dell’astensionismo”.
Parliamo di Sanremo, quest’anno è evidente che la kermesse ha fatto ascolti da record e infatti tutti parlano di un successo irripetibile. Ma al netto delle infinite polemiche che hanno accompagnato l’evento canoro, secondo lei come ne esce la Rai?
“Ne esce malissimo. Siamo arrivati al paradosso che il Presidente della Repubblica è stato invitato a Sanremo all’insaputa del Presidente e dell’Amministratore delegato della Rai, invitato dall’agente di Benigni e dal conduttore. Un circuito privato che domina sul servizio pubblico e che è la prova provata che qualcosa non funziona. Tra l’altro parliamo di Sanremo, un evento che non ha nulla a che fare con il servizio pubblico perché non è né educativo né culturalmente elevato e che starebbe bene su una rete privata. Parliamo di un baraccone e di una fabbrica di scandali. L’idea che Sanremo sia pagato con le tasse pubbliche o che Benigni venga retribuito con 300mila euro, a me sembra repellente”.
Sempre parlando della kermesse della canzone italiana, ha fatto discutere a lungo la lettera di Zelensky. Secondo lei com’è stato gestita questa storia a viale Mazzini?
“È stata gestita malissimo ma è nata anche peggio. Non a caso c’è lo zampino del signor Vespa che ai miei occhi è la sintesi di tutto ciò che il servizio pubblico e il giornalismo non dovrebbero essere. Il suo è collateralismo politico e cortigianeria pura. Ma anche su Zelensky ho qualcosa da ridire”.
Prego.
“È un presidente di un Paese in guerra, massacrato e costretto a difendersi. Trovo davvero stranissimo che abbia voglia di andare a Sanremo. Io al posto suo non ci sarei andato. Certo ha preso parte ad alcuni eventi come il festival del cinema di Berlino ma quello almeno era una manifestazione culturale mentre Sanremo è un circo equestre. La guerra in Ucraina e Sanremo sono due cose che possono avere un nesso ma lo devono avere nel racconto degli artisti. Il dialogo di Drusilla e la ragazza ucraina era una cosa bella e sensata”.
Proprio sulla scia delle polemiche recentemente piovute sulla Rai, crescono le voci di corridoio secondo cui il governo Meloni sarebbe pronto a dare il benservito all’ad Fuortes. Sono già iniziate le manovre per occupare viale Mazzini da parte del Centrodestra?
“La lottizzazione è uno scandalo e uno schifo, ma è sempre stato così e dobbiamo dirlo. Il Centrosinistra non può stupirsi o scandalizzarsi per quello che ha fatto fino a ieri. Quando Franceschini ha cambiato il nome del ministero, da Beni culturali a ministero della Cultura, io scrissi che si stava fondando il Minculpop. E dissi anche che se questo fosse finito alla destra, sarebbe stato terribile. Purtroppo sembra normale che anche la Cultura o l’Informazione finiscano allo spoils system, ma è gravissimo perché questi sono gli strumenti che permettono di distinguere il vero dal falso. Guardi la realtà è che così facendo stiamo avvelenando i pozzi e facendo ammalare le medicine. Ora tutto ciò ci colpisce terribilmente perché siamo in presenza di una destra orrenda e secondo me sostanzialmente ancora fascista ma, ribadisco, non è che quando lo facevano gli altri andasse bene”.
Curiosamente il dibattito, anche politico, si è focalizzato su Sanremo e sul possibile cambio di management della Rai. Eppure nessuno fa notare che dopo quattro mesi di governo delle destre, ancora non si è insediata la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai…
“L’opposizione è morta e sepolta se Letta dichiara al New York Times che la Meloni ‘è capace’ e Bonaccini dice che Meloni ‘non è fascista’. In una situazione del genere, con l’opposizione sdraiata ai piedi di Meloni, non mi stupisce affatto che le commissioni di garanzia siano depotenziate o addirittura inesistenti. Resta il fatto che tutto ciò è gravissimo. Ma d’altra parte se nessuno va più a votare, forse è anche perché non esiste più una vera opposizione”.