La Bce ci richiama all’ordine per dare pronta attuazione al Pnrr. “I governi – dice – dovrebbero attuare tempestivamente i piani per gli investimenti e per le riforme strutturali nell’ambito del programma Next Generation Eu”.
La Bce ci richiama all’ordine per dare pronta attuazione al Pnrr. La relazione semestrale del governo dovrebbe arrivare a fine mese
La relazione semestrale del governo sull’attuazione del Pnrr dovrebbe arrivare tra la fine del mese e l’inizio di marzo. In mancanza della comunicazione ufficiale non è semplice fare una ricognizione sullo stato attuale dei lavori ma alcuni report ci vengono in soccorso. Come quelli di Openpolis. In occasione dei cento giorni di governo Giorgia Meloni ha rivendicato il raggiungimento di tutti gli obiettivi (vale a dire 55) del Pnrr previsti per il secondo semestre del 2022. Ma al 2 febbraio delle 55 scadenze 14 non risultavano ancora completate.
Alcune di queste richiedevano l’effettiva realizzazione di infrastrutture o interventi per cui non è accessibile alcun documento che dimostri l’avvenuta esecuzione. Intanto slitta di un mese, cioè a fine marzo, il via libera della Commissione Ue alla terza tranche del Pnrr chiesta dall’Italia alla fine dello scorso anno.
Bruxelles ha deciso di prendersi tre mesi, invece dei canonici due, per passare al vaglio il dossier inviato da Roma con la documentazione che certifica il raggiungimento, appunto, di 55 tra tappe e obiettivi che sono alla base della richiesta avanzata per l’erogazione dei 19 miliardi. Il ministro Raffaele Fitto si è impegnato a presentare entro qualche settimana una prima proposta sulla riallocazione di risorse nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 21 del regolamento del Fondo di ripresa e resilienza.
Entro il 30 aprile dovrà essere presentata la proposta complessiva di modifica del Piano
Mentre entro il 30 aprile dovrà essere presentata la proposta complessiva di modifica del Pnrr tenendo conto dei 2,7 miliardi provenienti da RepowerEu e dei quasi 5 miliardi che si stima possano essere recuperati dai fondi strutturali non utilizzati. Fitto ha spiegato che su 116 miliardi della programmazione coesione 2014-2020, gli impegni sono stati pari a 67 miliardi e i pagamenti a 36 miliardi. “Bisogna porre rimedi strutturali”, ha detto Fitto. Nel primo semestre di quest’anno l’Italia dovrà lavorare per ottenere la quarta tranche da 16 miliardi, raggiungendo 20 milestones e 7 targets.
Intanto il governo prova a metterci una toppa e vara un decreto per tentare di accorciare i tempi delle opere. La regia del Piano passa sotto la presidenza del Consiglio. Per velocizzare i tempi degli appalti e contratti viene semplificato l’affidamento, che potrà avvenire anche soltanto sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Più rapida sarà anche la tutela dei beni culturali interessati dagli interventi del piano, perché viene affidata ad una Sovrintendenza speciale, in sostituzione delle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio. E sparisce l’autorizzazione preventiva per la realizzazione di infrastrutture tecnologiche.
Il dl aiuta anche quegli obiettivi Pnrr che hanno avuto le maggiori difficoltà, tra cui l’edilizia scolastica (i Comuni potranno procedere con affidamenti diretti dei lavori sotto 215mila euro) e le assunzioni dei ricercatori (scatta l’esonero contributivo per le aziende che li assumono).
Per spingere la realizzazione di impianti che sfruttano le fonti rinnovabili di energia, vengono velocizzate e snellite le procedure, in particolare per l’installazione di sistemi fotovoltaici anche per le zone con vincolo paesaggistico anche attraverso l’utilizzo del silenzio assenso decorsi 45 giorni dalla richiesta. E per aiutare lo sviluppo dell’idrogeno verde, vengono semplificate le procedure di impatto ambientale. Infine, vengono rafforzati i poteri sostituivi: si dimezzano i tempi per commissariare un ente locale inadempiente con gli obblighi del piano.