Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, si è scagliato contro il Governo Meloni dopo lo stop alla cessione del credito del Superbonus annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Stop alla cessione del credito del Superbonus: Conte all’attacco del Governo Meloni
Sono parole dure e amare quelle pronunciate dal presidente dei 5S Giuseppe Conte che è partito all’attacco del Governo Meloni sul Superbonus 110%. Nella giornata di ieri, 16 febbraio, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato in via ufficiale lo stop alla cessione dei crediti e ha condannato la misura che, secondo l’esecutivo di centrodestra, avrebbe provocato un debito di due mila euro per ogni cittadino italiano. Sulla stessa scia di Giorgetti, anche il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani che ha puntato il dito contro i governi precedenti per non aver messo in atto una pianificazione di fronte alla lievitazione dei crediti.
A distanza di alcune ore dalle critiche arrivate dai colleghi della maggioranza, il leader pentastellato ha deciso di intervenire sulla questione. “Siamo di fronte a un’insopportabile ipocrisia delle forze di maggioranza. Tajani non può non sapere che nelle ultime settimane il suo partito, Forza Italia, ha portato avanti una serie di iniziative pro Superbonus a difesa del meccanismo della cessione dei crediti d’imposta”, ha tuonato in occasione di un’intervista rilasciata a La Stampa.
Rilasciando l’intervista, Conte ha respinto le accuse che gli sono state rivolte e ha fermamente contestato l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. L’ex premier ha ammesso di non capire come FI possa rimanere in maggioranza dopo la decisione annunciata da Giorgetti e ha precisato che quello che il Governo definisce “bubbone” della cessione dei crediti “è un Pil cresciuto del 6,7% nel 2021 e del 3,9% nel 2022”. “Il Superbonus, come confermato da Censis e Nomisma, ha consentito la creazione di 900 mila posti di lavoro”, ha inoltre rimarcato il presidente del M5S.
Una scorrettezza ai limiti della viltà
Per Conte, inoltre, il bonus ha permesso al Governo Draghi di ricavare 90 miliardi da usare per contrastare il caro bollette e ha anche sottolineato che la scelta dell’attuale esecutivo si pone in controtendenza rispetto alla decisione dell’Unione europea di promuovere le case green. “L’Italia aveva lo strumento giusto per perseguire quegli obiettivi. Da oggi non più. Con questa operazione si manda il Paese allo sbaraglio, senza nemmeno uno straccio di alternativa”, ha denunciato. “Qualche correzione ci stava”, ha poi ammesso. “Non abbiamo mai preteso che il Superbonus fosse una misura eterna”.
Infine, il leader pentastellato ha descritto la decisione del Governo Meloni come una “scorrettezza ai limiti della viltà”. “Tanto più se si considera che la stessa Meloni, in campagna elettorale, pubblicava video con cartelli dal titolo “pronti a tutelare i diritti del Superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. Ormai ai cartelli della Meloni, destinati a diventare carta straccia. Siamo abituati, come dimostra il caso delle accise sui carburanti”, ha aggiunto. “Mentre il M5S non tradirà l’edilizia. Saremo al fianco di un intero settore, che dopo anni si era risollevato fino a vantare un primato europeo nel segno di una riqualificazione urbana e dello sviluppo sostenibile. Non permetteremo che ripiombi nella depressione”, ha concluso.
Cinque mesi fa la Meloni prometteva di tutelare imprese e famiglie
Nella mattinata di venerdì 17 febbraio, poi, Conte è tornato sull’argomento condividendo un post sulla sua pagina Facebook. L’ex premier ha pubblicato uno screen di un messaggio scritto sui social da Giorgia Meloni mettendone in evidenza la data (17 settembre 2022). In questo modo, il leader dei 5S ha sottolineato che, solo cinque mesi fa, la Meloni prometteva di tutelare imprese e famiglie, scrivendo in piena campagna elettorale: “Pronti a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere e migliorare l’Italia”.
Accendendo un faro sulle bugie del premier, Conte ha osservato con spregio: “Le promesse della campagna elettorale rimangiate una dopo l’altra. Incoerenza e pavidità, a danno di famiglie e imprese”.