“Vorreste l’assessorato ai trasporti, ma non avete chi possa fare l’assessore, quindi di che cosa stiamo parlando?”. La frase è stata pronunciata da un autorevole esponente leghista che siede in Parlamento e che segue con particolare attenzione il dossier Lombardia, sua regione di elezione. Lasciando senza parole il suo interlocutore, un pezzo da novanta di Fratelli d’Italia.
In Lombardia è battaglia sugli assessorati con la maggiore spesa. Ma l’asso pigliatutto resta sempre La Russa
Nel centrodestra, dopo il successo alle regionali in Lombardia, sono cominciate le grandi manovre per la spartizione dei posti nel secondo governo a guida Fontana. La nuova giunta dovrebbe essere presentata al massimo entro la metà di marzo, considerati i tempi tecnici di convalida degli eletti e della convocazione del Consiglio. L’exploit nelle urne di Fratelli d’Italia, diventato il primo partito in Lombardia, sicuramente porterà alla vicepresidenza della giunta regionale l’assessore uscente alla sicurezza Romano La Russa, fratello del presidente del Senato Ignazio.
Ma pone a Fratelli d’Italia, che reclama otto assessorati (il doppio di quelli che andrebbero alla Lega) un problema inaspettato: in Lombardia la formazione meloniana non ha una cultura di governo, essendo stato finora il potere saldamente nelle mani di Forza Italia prima e della Lega dopo. Su Fratelli d’Italia in Lombardia, inoltre, non si sono mai diradate le nubi addensatesi dopo l’inchiesta di Fanpage sulla cosiddetta “lobby nera”, pur non avendo avuto la cosa strascichi giudiziari.
Un problema, quello della cultura di governo, che non si pone per Fratelli d’Italia nel Lazio, avendo la destra già governato qui la Regione con Renata Polverini e Francesco Storace. Il boccone più appetitoso in Lombardia rimane la delega alla Sanità, incorporata nell’assessorato al Welfare, che, da sola, assorbe l’80% del bilancio regionale.
Gara a tre per la poltrona di Bertolaso
A guidarla nell’ultimo periodo è stato il tecnico Guido Bertolaso e Fontana, con il beneplacito di Salvini, rinnoverebbe la fiducia all’ex capo della Protezione civile. Ma per quella poltrona ci sono già tre esponenti di FdI che scalpitano: Carlo Maccari, attualmente segretario della commissione Affari sociali della Camera (che nel caso quindi dovrebbe lasciare il Parlamento), Franco Lucente e Marco Alparone.
Forse quattro, visto che c’è chi scommette che anche lo stesso Romano La Russa mirerebbe alla Sanità. L’idea è quella di unire al Welfare la vicepresidenza, come è stato fino al 2 novembre scorso con Letizia Moratti. Insieme a Bertolaso, Fontana potrebbe nominare un altro tecnico, Ferruccio Resta, ex rettore del Politecnico, per il quale, secondo quanto anticipato da Affariitaliani.it, ci potrebbe essere la poltrona di assessore allo Sviluppo economico.
A Forza Italia andrebbero due assessorati
A Forza Italia andrebbero due assessorati: in caso di un incarico in giunta al primo degli eletti nella circoscrizione di Milano, Gianluca Comazzi, scatterebbe il posto in consiglio regionale per l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera. Per quanto riguarda gli altri posti in giunta Fratelli d’Italia chiederebbe l’assessorato al Bilancio, quello al Turismo (che dovrebbe vedere la riconferma di Lara Magoni) e altre sei posizioni di peso.
Il toto assessori: Mazzoleni al Bilancio, Mazzali all’Agricoltura, Zecchi alla Cultura
L’assessorato al Bilancio è stato gestito nella precedente legislatura da un fedelissimo di Fontana, Davide Caparini, a lui potrebbe subentrare il commercialista Alberto Mazzoleni, fedelissimo dell’ex senatore Mario Mantovani. Barbara Mazzali punta invece all’Agricoltura mentre per la Cultura, Fratelli d’Italia pensa al filosofo Stefano Zecchi. Della Lega potrebbero essere riconfermati l’assessora ai trasporti Claudia Terzi e, forse, Guido Guidesi e Stefano Bolognini.