Da un lato i giudici di Milano che hanno assolto Silvio Berlusconi e gli altri imputati del Ruby ter, dall’altro la Camera dei deputati in cui, ricevuta la notizia sull’esito del processo, i forzisti si sono alzati in piedi per lasciarsi andare a un lungo applauso. Si conclude con la formula del “fatto non sussiste” l’interminabile procedimento penale in cui i magistrati ipotizzavano la corruzione in atti giudiziari e la falsa testimonianza.
Berlusconi assolto al processo Ruby per un cavillo. Ora il Cav vuole rifarsi condannando l’intera magistratura
Un esito che, in realtà, sembrava già scritto alla luce della decisione della Cassazione che a novembre 2022 aveva dichiarato nulli i verbali dei testimoni dei precedenti processi. Eppure le cose sarebbero potute andare molto diversamente. Stando alla nota con cui il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, anticipa il cuore delle motivazioni della sentenza – le quali verranno depositate entro 90 giorni – il caso si è chiuso nell’unico modo possibile a causa di com’è stata condotta l’indagine e di alcune imprecisioni da parte dell’accusa.
Le olgettine andavano sentite come indagate e non come imputate
Sostanzialmente le giovani ex ospiti delle serate di Arcore, sentite nei due processi Ruby, “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone”, perché andavano indagate già all’epoca e, in quanto tali, sentite come testi assistite da avvocati. Così venendo meno le false testimonianze, cade anche la connessa accusa di corruzione in atti giudiziari perché manca “l’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi”.
Insomma sembra esserci ben poco da festeggiare perché le cose, forse, sarebbero potute andare diversamente. L’unica certezza è che la sentenza di ieri ha messo fine a un dibattimento durato sei anni in cui il leader di Forza Italia era accusato di aver versato, negli anni, quasi dieci milioni di euro alle cosiddette olgettine per far tenere loro la bocca chiusa sulle serate a villa San Martino. Donazioni di denaro che, al contrario, il Cavaliere giustificava come ricompense versate a persone finite prima nel tritacarne dei media e dopo all’attenzione della magistratura.
Una vicenda che in Forza Italia è stata vissuta con evidente apprensione, tanto che quando si è avuta notizia dell’avvenuta assoluzione tutti i deputati azzurri si sono alzati ad applaudire. E lo hanno fatto in diretta tv perché proprio in quel momento erano in corso le dichiarazioni di voto sul decreto legge Ong.
Ora Forza Italia vuole processare la magistratura
Tra i più euforici il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo, che ha letteralmente gridato: “Mai più persecuzioni giudiziarie”. Parole a cui ha fatto seguito la richiesta di “un’immediata calendarizzazione della proposta di legge sulla istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico. Chiediamo verità su anni di feroci battaglie giudiziarie”.
Immagini e pensieri che Alessandra Maiorino, senatrice del M5S, ha commentato: “Vedere dei parlamentari della Repubblica in estasi per l’assoluzione di Berlusconi è sconfortante. Sentire Giorgia Meloni dirsi felice per l’assoluzione di uno che solo pochi giorni fa prendeva a schiaffi per le parole su Zelensky lo è altrettanto. Sarà interessante leggere le motivazioni della sentenza, ma quello che sembra emergere è che l’assoluzione si basi su questioni formali”.
Per la pentastellata “ora Forza Italia ha preso la palla al balzo per fare richieste ridicole e pericolose come una commissione d’inchiesta ‘sull’uso politico della giustizia’ e per spingere su riforme della giustizia che gli italiani non vogliono. Festeggiassero per l’assoluzione del loro capo, ma non mettano le istituzioni al centro di un conflitto che interessa solo loro” conclude Maiorino.