I giudici della settima penale del Tribunale di Milano hanno assolto, “perché il fatto non sussiste”, l’ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nell’ambito processo milanese sul caso Ruby ter a carico del Cavaliere e di altri 28 imputati, anch’essi assolti o prosciolti.
Tutti assolti “perchè il fatto non sussiste” o prosciolti i 29 imputati del processo Ruby ter
Sono stati tutti assolti, qualcuno prosciolto per prescrizione per le posizioni minori, i 29 imputati del processo milanese sul caso Ruby ter. Oltre a Berlusconi, che era accusato di corruzione in atti giudiziari, le assoluzioni, sempre con la formula “perché il fatto non sussiste”, hanno riguardato, tra gli altri, anche Karima el Mahroug, nota come Ruby rubacuori, e le altre 20 “olgettine” protagoniste delle serate di Arcore.
I pm di Milano avevano chiesto per il Cavaliere sei anni di reclusione e cinque per Karima El Mahroug
Per l’ex premier Berlusconi, assolto in via definitiva nel processo Ruby e dai Tribunali di Roma e Siena in due filoni processuali del ‘ter’, l’aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio avevano chiesto una condanna a 6 anni di reclusione e una confisca da oltre 10 milioni di euro. Ossia del prezzo della presunta corruzione: soldi e regalie, come case, macchine e contratti tv, che il Cavaliere, per i pm, avrebbe versato alle ragazze, ex ospiti delle serate del “bunga bunga” a Villa San Martino, per comprare il loro silenzio e la loro reticenza nelle deposizioni nei due processi sul caso Ruby.
Per Karima El Mahroug, che secondo l’accusa avrebbe incassato, circa 5 milioni di euro, la Procura aveva ha chiesto una condanna a 5 anni e una confisca da 5 milioni di euro. La difesa di Berlusconi, coi legali Federico Cecconi e Franco Coppi, aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.
La tesi sostenuta dai legali di Berlusconi è che il leader di Forza Italia ha sempre versato quel denaro alle giovani per risarcirle per la vita rovinata dallo scandalo mediatico.
“Ruby è stata tutta un’invenzione, il mio nome rimane Karima e ora è finito un incubo. Ho bisogno di tempo per assimilare, ma sono contenta perché finalmente una parte di verità è venuta fuori” ha detto Karima el Mahroug dopo la lettura della sentenza.
La Procura di Milano: “La corruzione c’era, nessuna amarezza”
“Non c’è amarezza, è il nostro sistema giudiziario, abbiamo lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di vista ci hanno dato la convinzione, che rimane, che ci siano state le false testimonianze e la corruzione” ha detto detto il procuratore aggiunto Siciliano ai cronisti dopo la sentenza del processo milanese sul caso Ruby ter. “Fateci prima leggere le motivazioni”, ha aggiunto il magistrato a chi le chiedeva se la Procura ricorrerà in appello.