Il premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani saranno sentiti in aula dal gup di Roma il prossimo 3 aprile nell’ambito del processo per la morte del ricercatore friulano, Giulio Regeni, avvenuta a febbraio del 2016 a Il Cairo, in Egitto.
Il premier Meloni e il ministro degli Esteri Tajani saranno sentiti nell’ambito del processo per la morte di Giulio Regeni
Meloni e Tajani saranno chiamati a riferire in merito alla disponibilità a collaborare con le autorità italiane espressa dal presidente egiziano Al Sisi. La richiesta è stata avanzata dall’avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni.
Nel corso dell’udienza il procuratore aggiunto, Sergio Colaiocco, ha affermato che le ricerche dei quattro 007 egiziani, affidate ai carabinieri del Ros e agli uomini della Digos, per notificargli gli atti del processo non hanno portato a risultati. Da parte delle autorità Cairo, ha aggiunto, non è arrivato nessun tipo di contributo.
Colaiocco ha inoltre depositato le motivazioni delle sentenza con cui Cassazione nei giorni scorsi ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura contro lo stop al procedimento sulla morte di Regeni. Si tratta di una sentenza “che va a incidere sul prosieguo di questa faticosa udienza e che adesso andrà letta alla luce del nuovo quadro normativo introdotto con l’entrata in vigore della riforma Cartabia”, ha aggiunto il procuratore aggiunto.
Il premier e il ministro degli Esteri saranno sentiti sulle recenti rassicurazioni ricevute dal presidente egiziano Al Sisi
“Alla luce delle dichiarazioni rese ai media dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani – ha detto l’avvocato Ballerini, legale di Paola e Claudio, genitori di Giulio Regeni – circa le rassicurazioni, o addirittura sono state chiamate promesse, ricevute dal presidente Al Sisi che avrebbe garantito che risolverà la situazione eliminando gli ostacoli che ci impediscono di iniziare questo processo per il sequestro le torture e l’uccisione di Giulio, abbiamo chiesto di sentire la premier Meloni e il ministro degli Esteri per avere ragguagli su tempistiche e modalità di queste soluzioni”.
Il legale della famiglia Regeni ha aggiunto che anche i supremi giudici hanno “ribadito che il superamento della situazione impeditiva per la partecipazione degli imputati al processo appartiene alle autorità di governo. Noi vogliamo credere di vivere in uno Stato di diritto che tutela i suoi cittadini e non abdica alle sue responsabilità. La decisione presa oggi dal giudice è il meglio che si poteva ottenere”.