“Gli attacchi indiscriminati della Russia contro le città ucraine sono crimini di guerra. Questa tattica del terrore non scoraggerà l’Ucraina o i suoi partner. L’Ue e i suoi Stati membri sono al fianco dell’Ucraina e di tutti gli ucraini. E accelereranno ulteriormente la fornitura di equipaggiamento militare, compresa la difesa aerea”. Lo ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
Un breve messaggio che conferma come l’Ue non sembra avere intenzione di farsi promotrice di negoziati di pace ma preferisca continuare, evidentemente senza alcuna data di scadenza, a fornire armi a Kiev. Semmai, questa la cosa più preoccupante, sembra che i leader europei stiano alzando ulteriormente la posta tanto che ormai si fa a gara nel lanciare la proposta di inviare alle forze armate di Volodymyr Zelensky anche dei moderni jet da combattimento. Peccato che questa sia proprio la linea rossa delineata ormai mesi fa da Vladimir Putin e che, se superata, può aprire a scenari apocalittici.
Distanti più che mai
Chiaramente in prima linea, appoggiando l’idea paventata giovedì dalla presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, c’è Giorgia Meloni che ieri, rispondendo ai cronisti sulla disponibilità a fornire aerei a Kiev, ha detto: “Noi siamo disponibili a fare la nostra parte a 360 gradi. Dipende anche dalla comunità internazionale, ma noi ci siamo”. Intendiamoci si tratta di una posizione che piace soprattutto ai Paesi dell’Est Europa e che sta riscontrando il gradimento di gran parte dell’Unione europea ma ciò non toglie che la Meloni sia il leader Ue che più di tutti si sta esponendo sul tema.
Curiosamente chi in queste ore sta provando a tirare il freno a mano per impedire l’invio di aerei, con gli inevitabili rischi di escalation del conflitto, è Emmanuel Macron che sembra sempre più agli antipodi rispetto alla Meloni. Interpellato sull’argomento, il leader francese ha spiegato di non escludere “assolutamente nulla” ma l’invio di caccia da combattimento “non corrisponde alle esigenze di oggi”. Meloni, dal canto suo, ritorna sulla sua esclusione dal vertice all’Eliseo tra Francia, Germania e Ucraina. “Quello che era giusto era la foto dei 27 con Zelensky, anticipare la compattezza con una riunione a Parigi era politicamente sbagliato”, dice criticando apertamente Macron.