Spesso quando si parla di campagna elettorale, si fa fatica nel capire le differenze che passano tra un candidato e l’altro. Così tra comizi in cui i contendenti raccontano più o meno le stesse cose e programmi elettorali fotocopia, a far rumore sono per lo più le differenze o addirittura le eventuali mancanze.
E stando a quanto riporta il report di WikiMafia, intitolato ‘la mafia normalizzata’, si possono rilevare enormi differenze – e non poche sorprese – nel modo in cui i candidati a governatore della Lombardia, ossia Attilio Fontana per il Centrodestra, Letizia Moratti per il Terzo polo e Piefrancesco Majorino per Pd e M5S, trattano lo spinoso argomento del contrasto alla criminalità organizzata. Davanti alle infiltrazioni che quasi quotidianamente finiscono nel mirino della Procura di Milano e con la pioggia di miliardi del Pnrr, è più che lecito aspettarsi grande attenzione ed enfasi da parte dei potenziali governatori. Niente di più sbagliato.
Confronto impietoso
Questo almeno è quanto emerge dal rapporto di WikiMafia che se da un lato assegna 102 punti su 110, con tanto di giudizio ‘eccellente’, a Majorino, dall’altro assegna soltanto 60 punti alla Moratti che non va oltre la ‘sufficienza’. Bocciato Fontana che arriva ad appena 13 punti collezionando un impietoso giudizio: ‘non classificato’. Una competizione in cui gareggia anche l’indipendente Mara Ghidorzi che con 70 punti strappa un più che lusinghiero ‘buono’.
A pesare sul giudizio del governatore uscente il fatto che analizzando il suo programma “il tema della lotta alla mafia è praticamente assente” tanto che WikiMafia segnala come gli unici riferimenti appaiono “a pagina 15-16, sezione 2 (Lombardia al servizio dei cittadini), punto 6 (Sicurezza), confusi con la sicurezza stradale e quella ferroviaria su Trenord”. E non va meglio guardando allo spazio dedicato all’argomento durante la campagna elettorale. In particolare si spiega che “il presidente uscente ha usato la parola ‘mafia’ solo una volta per commentare l’arresto di Matteo Messina Denaro” e che “le proposte del suo programma non hanno trovato spazio nella sua comunicazione anche su altri social”.
Ad aggravare il tutto il fatto che “dal 2018 ha dedicato al tema appena 10 tweet, spesso legati agli anniversari delle stragi siciliane”. Insomma troppo poco. Leggeremente meglio la Moratti, giudicata sufficiente, che “nonostante un buon programma dove è ben evidente una mano esperta su questi temi, su di lei pesa il quasi totale disinteresse a questi temi fino alla candidatura alla presidenza della Lombardia”. Non solo. Su di lei peserebbe anche “una responsabilità politica grave in relazione al suo atteggiamento quando era sindaco di Milano” definito nel report “quasi negazionista”.
Il trionfo
A trionfare, facendo quasi en plein, è Majorino che, come segnala il sito, tra il 2006 e il 2011 “fece l’aspra battaglia contro l’allora sindaco di Milano, Letizia Moratti, per la costituzione della commissione comunale antimafia, ritenuta inutile dall’allora maggioranza di centrodestra”.
Un impegno proseguito negli anni e che si ritrova nel programma in cui il tema “trova ampio spazio” e dove “sono toccate tutte le principali tematiche di competenza regionale sul tema mafia e corruzione”. Non solo. Majorino, sottolinea il rapporto, ha annunciato che in caso di vittoria “l’ex pm di Mani Pulite, Gherardo Colombo della sarà nella sua giunta”.