Ospedali e infrastrutture, si gioca qui la sfida lombarda. Majorino (Pd-5S) ha chiuso a Varese, fortino leghista. E Salvini va a Brescia per tirare la volata a Fontana

In Lombardia la partita è su ospedali e infrastrutture. Majorino (Pd-5S) ha chiuso a Varese, fortino leghista.

Ospedali e infrastrutture, si gioca qui la sfida lombarda. Majorino (Pd-5S) ha chiuso a Varese, fortino leghista. E Salvini va a Brescia per tirare la volata a Fontana

Nelle ore che precedono la fine della campagna elettorale ognuno sceglie la città, il paese, il luogo da cui mandare l’ultimo appello al voto. “Ho voluto concludere – afferma il candidato del centrosinistra e del M5S alla presidenza della Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino – la mia campagna elettorale proprio a Varese perché è sempre stata considerata come la tana del lupo. Qui è nata la Lega e da qui provengono i suoi principali leader. Proprio qui invece, sono convinto, c’è una grande voglia di cambiare la Lombardia. Da qui si può ripartire”.

Poco prima ha riunito tutti i candidati alla segretaria del Pd a Milano. Per un giorno i quattro aspiranti leader alla guida del Nazareno hanno messo da parte le differenze e la battaglia congressuale per sostenere Majorino. Dopo avere fatto i loro discorsi a sostegno del candidato separatamente, Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo sono saliti tutti insieme sul palco del teatro Buratto di Milano, in segno di unità.

“Sono fiero della comunità del Pd, voglio dirvi che mi avete fatto sentire in queste settimane la vostra vicinanza e passione”, ha detto Majorino dal palco.

Letizia Moratti, candidata con la sua lista civica e col sostegno del Terzo polo, opta per una chiusura senza effetti speciali, continuando la campagna in tour con il bus che l’ha accompagnata sui territori nelle ultime settimane. La Lega, invece, tira la volata ad Attilio Fontana che termina a Brescia intervistato da un giornalista d’eccezione, ossia il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, presente insieme agli altri governatori del Carroccio e al segretario Matteo Salvini.

“Ma noi siamo l’unica vera forza politica che si pone in netta discontinuità e rottura con questo modello di sviluppo”, afferma Mara Ghidorzi, candidata di Unione Popolare e quarta pretendente in gara. Si vota domenica e lunedì, ma è già tempo di parlare di giunte future. Majorino ha fatto sapere che se sarà eletto terrà per sé la delega alla riforma sanitaria e porterà in giunta il fondatore di PizzAut Nico Acampora, l’attivista Cecilia Strada e l’ex magistrato Gherardo Colombo. E ancora: il sindaco di Oggiono, Chiara Narciso, e quello di Segrate, Paolo Micheli, e il deputato Pd Mauro Berruto, ex ct della nazionale maschile di pallavolo. Moratti si rifiuta di “tirare fuori nomi come specchietti per le allodole” e si rivolge “a chi è deluso come me da una cattiva politica che non ha visione”.

Fontana assicura che per formare eventualmente la nuova giunta si servirà “del merito come unico punto di riferimento”. Ma la ministra Daniela Santanchè, coordinatrice di Fratelli d’Italia in Lombardia, mette le mani avanti quantomeno sulla vicepresidenza: “La do per scontata, su questo non credo ci sia da discutere”. “A me non interessa il risultato di Fratelli d’Italia – tira dritto Salvini – a me interessa che lunedì il leghista Fontana venga eletto. Quelli che perdono sono il Pd e chi non va a votare”.

A Majorino da Roma viene ribadita la fiducia da parte del leader pentastellato, Giuseppe Conte. “Per noi l’etica pubblica è fondamentale. Da qui nasce Majorino come candidato comune. Noi siamo assolutamente convinti che sia il giusto interprete di questo progetto politico. Majorino è una persona di sostanza”.

Terreno di scontro

Tema caldo di confronto tra i quattro candidati alla guida del Pirellone rimane la Sanità. E si accende lo scontro sul tema delle liste d’attesa. Si deve intervenire “subito e con nettezza” su una vicenda “scandalosa”, incalza il candidato di centrosinistra e M5S. “Non si può dire, come sta succedendo da anni, se vuoi farti curare paga: non si capisce perché i cittadini debbano contribuire a pagare per avere accesso in tempi accettabili al diritto alla cura. Bisogna potenziare la sanità pubblica”.

Anche per Ghidorzi serve “smantellare tutto il modello di accreditamento pubblico-privato, che è un modo per drenare risorse pubbliche verso i privati”. Replica Fontana: “L’ossessione della sinistra per la medicina privata impedisce di vedere i veri numeri. In realtà ci sono tre regioni governate dal centrosinistra, Campania, Lazio ed Emilia Romagna, che hanno più letti accreditati al privato che non la Regione Lombardia.

Quindi è un’ossessione falsa, anche nei numeri”. Sulle liste d’attesa “la ragione dei ritardi è stata determinata dal Covid e dalla mancanza di medici e infermieri, che deriva dalla cattiva programmazione dei governi”. Per Moratti, “l’unica via vera” per intervenire sulle liste d’attesa è “una decisa modifica rispetto alla possibilità per i medici che operano negli ospedali di poter esercitare la libera professione: so che è un provvedimento che sarà difficile, per questo credo che nessuno dei miei concorrenti ne accenni”. Ma Majorino si chiede “perché Fontana e Moratti non hanno fatto” ciò che ora propongono.

L’affondo

E poi gli appelli finali al voto. Per Fontana “si confrontano due modi di progettare il futuro: da una parte c’è il sistema del centrodestra che in questi 28 anni di governo ha saputo sempre portare la Regione Lombardia a emergere in tante classifiche; e dall’altra parte c’è una proposta della sinistra che va nella direzione di non volere realizzare infrastrutture e i grandi eventi, e di aumentare le tasse”.

Da parte sua, Majorino si augura “che partecipi davvero tanta gente. Dopo 28 anni voglio portare il cambiamento: voglio una sanità più giusta, una Regione più ambiziosa, politiche ambientali finalmente realizzate e infrastrutture concretamente fatte e non solo annunciate”. Majorino replica infine alle critiche del centrodestra dopo la sua uscita infelice, per la quale ha chiesto scusa, sulla Calabria. “Non saranno tre parole sbagliate” che autorizzano “la destra a darmi lezioni”, dice. “Caro Fontana, voi siete quelli della ‘razza bianca’, siete partiti malissimo e avete mantenuto la promessa”.