Via libera dalla commissione per l’Industria del Parlamento Ue alla direttiva sulle performance energetiche degli edifici. Maria Angela Danzì, europarlamentare M5S, ci spiega in cosa consiste?
“Il patrimonio immobiliare europeo è responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni inquinanti prodotte, è necessario dunque avviare con convinzione un percorso di ammodernamento del parco edilizio così da centrare gli obiettivi europei della neutralità climatica entro il 2050. La proposta di direttiva sull’efficientamento energetico fissa degli obiettivi ambiziosi e prevede anche ampie deroghe per gli Stati membri. Siamo molto soddisfatti in particolare che sia stata inserita la nostra proposta di creare un nuovo fondo ad hoc, un Energy Performance Renovation Fund. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire un sostegno finanziario adeguato ai gruppi più vulnerabili e alle persone che vivono in condizioni di povertà energetica che potrebbero non avere i mezzi per ristrutturare l’edificio in cui abitano”.
Quali sono state le modifiche apportate dal Parlamento rispetto al testo licenziato dalla Commissione?
“Al Parlamento europeo si è lavorato su due versanti. Da un lato si sono allargate le maglie della direttiva senza indebolirla concedendo delle esenzioni dai requisiti di ristrutturazione degli edifici storici, quelli protetti, i monolocali, le case per le vacanze e quelle meno utilizzate. Poi, abbiamo concesso agli Stati membri un ampio grado di flessibilità su come fissare e raggiungere gli obiettivi. Gli Stati del Sud Europa, per esempio, potrebbero utilizzare gli impianti fotovoltaici e la geotermia quelli del Nord che hanno una minora esposizione solare potrebbero puntare invece su un maggiore isolamento degli edifici e possono investire sulle pompe di calore e potenziare le comunità energetiche che facciano ricorso ad un mix di tutti queste fonti rinnovabili. La direttiva prevede anche un ruolo centrale degli istituti finanziari e creditizi in questo processo e ipotizza persino la nascita di mutui ipotecari verdi e prestiti al dettaglio verdi, praticamente a costo zero in quanto pagati dal risparmio sulle bollette. Gli Stati membri devono fornire garanzie agli istituti finanziari affinché loro forniscano condizioni agevolate per i cittadini”.
Come giudica la contrarietà di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia alla direttiva? è davvero una patrimoniale mascherata?
“Non c’è nessuna tassa, è una fake news, anzi gli Stati membri possono attingere a una serie di finanziamenti per sostenere le ristrutturazioni: i fondi di coesione, il Recovery Fund e il Fondo sociale per il clima. Consideriamo gravissima la posizione di Forza Italia che ormai preferisce i sovranisti alle proposte della Commissione di Ursula Von dar Leyen, esponente del Ppe stesso. Le loro motivazioni sono pretestuose, sembra più un tentativo di tenere unita la maggioranza di estrema destra che governa in Italia, che un’analisi del testo votato. La proposta di direttiva va studiata e se si deve intervenire lo si faccia in modo puntuale e costruttivo”.
Ma il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (FI) non aveva dato il via libera alla stessa direttiva lo scorso ottobre?
“Sì e questa è l’ennesima contraddizione e ipocrisia di questo governo. Lo scorso 25 ottobre, durante il Consiglio Energia, il ministro aveva sostenuto la direttiva che, lo ricordo, serve a ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero, a combattere la povertà energetica e a far girare l’economia, basti vedere quanto ha giovato all’edilizia il Superbonus”.
Il nostro Paese conta un parco immobili obsoleto. Quali sono i rischi che corrono i cittadini che hanno case con prestazioni energetiche basse?
“Più che di rischi io parlerei di opportunità. Le case degli italiani come lei ricorda sono vecchie e negli ultimi 10 anni il loro valore è persino diminuito. Se non invertiamo questo trend sarà sempre peggio. L’Ue deve finanziare le politiche di ristrutturazione e se ne avvantaggeranno tutti: cittadini, imprese, l’ambiente e lo Stato che incassa il gettito fiscale. Posso fare un esempio per far capire i benefici?”.
Prego.
“La classe energetica G consuma all’anno in media oltre 160 Kwh per metro quadro, mentre quella A non supera i 30 Kwh per metro quadro. Prendiamo come punto di riferimento una tariffa monoraria che prevede un costo del Kwh pari a 0,277 euro/kWh. Basta fare quattro calcoli e scopriremmo che il proprietario di una casa A risparmierà oltre 4.000 euro all’anno sul prezzo del gas. È una cifra enorme. Anziché continuare a pagare una bolletta salata, investiamo e trasformiamo quel costo in un’opportunità”.
In meno di dieci anni si chiede ai proprietari di intervenire sulle proprie case. In mancanza di adeguate agevolazioni il costo dell’operazione potrebbe essere alto e ricadere in maniera significativa sui cittadini.
“I cittadini non devono essere lasciati soli. È compito degli Stati membri aiutarli e sostenerli come abbiamo fatto noi con il Superbonus. Per far ciò tutti i finanziamenti pubblici volti ad ammodernare il parco edilizio europeo, i crediti d’imposta come il Superbonus e le garanzie sui prestiti verdi, devono essere esentati dal calcolo del Patto di Stabilità e crescita. È questa la battaglia da fare in Europa”.
Non è paradossale ora un depotenziamento del Superbonus rispetto alla direttiva Ue sulle case green?
“Come dimostrato con il Superbonus, la ristrutturazione edilizia degli immobili porta occupazione, gettito fiscale, un risparmio in bolletta, ma anche un minore esborso di contributi verso quelle famiglie che oggi vivono in povertà energetica. Ci sarebbe dunque anche un risparmio diretto dello Stato. Anziché criticare a priori la riforma europea come sta facendo il governo Meloni, lavoriamo per migliorarla ancora a vantaggio dei cittadini e dell’Italia intera”.