Troppo fumose le accuse di comportamenti sessisti mossi con una serie di articoli di Repubblica all’Amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo, e troppo delicato il percorso di crescita industriale che l’utility sta percorrendo per lasciar cadere la cosa.
Troppo fumose le accuse di comportamenti sessisti mosse nei confronti dell’Ad di Acea, Fabrizio Palermo
Perciò ieri il Consiglio di amministrazione della società partecipata dal Comune di Roma si è riunito sotto la presidenza di Michaela Castelli, e dopo aver analizzato la vicenda ha confermato la più piena fiducia all’Ad e dell’Ethic Officer. Una decisione maturata dalla presa d’atto delle attività di controllo svolte dal Comitato per l’Etica e Sostenibilità, riunitosi in presenza del Collegio Sindacale.
Inoltre, sempre alla luce degli stessi articoli di stampa, il Consiglio di amministrazione, su proposta dello stesso Ad Palermo, ha deliberato di dare mandato all’Ethic Officer di svolgere ogni ulteriore attività istruttoria ritenuta necessaria o opportuna a tutela dei principi e nel pieno rispetto di quanto previsto dal Codice Etico aziendale, allo scopo di fugare ogni dubbio sull’operato del manager.
E per non lasciare aperto nessuno spiraglio rispetto all’ipotesi di abusi in azienda, sempre il Cda ha deliberato di proseguire le verifiche già avviate su alcuni contratti di appalto del Gruppo Acea, con l’obiettivo di assicurare la piena tutela contrattuale delle lavoratrici, dei lavoratori e del personale intermediato.
Un lavoro – quest’ultimo, sollecitato con una raccomandazione dal Comitato per l’Etica e la Sostenibilità e dell’Amministratore delegato, Palermo. Infine, la Società si è riservata ogni iniziativa legale per la tutela reputazionale e degli interessi sia propri che dell’Ad.