Federico l’Olandese Volante, da 50 anni sempre in onda ad alta quota. “Non riesco a fare a meno della radio perché è dentro di me”.
Hai provato l’ebbrezza di trasmettere dalle radio pirata, offshore in diretta dalle navi…
“Trasmettere dalle radio pirata, ovvero le off shore stations, era difficile. Nel 1969, a 19 anni, ero all’Università e ho iniziato a lavorare per Radio Veronica. All’epoca la radio era già con gli studi sulla terraferma da dove mandavano i nastri che andavano direttamente alle navi via elicottero o via scialuppa. È stata la prima esperienza radiofonica contro i monopoli statali e dove, per la prima volta, si è trovata una certa libertà. È stato fantastico. Grazie alle radio pirata, a queste navi che trasmettevano dal Mare del Nord, è nata anche una nuova moda musicale, la swinging London, i Beatles, i Rolling Stones, i Kinks. Tutti loro devono la propria fama alle radio pirata perché la BBC, all’epoca, non li mandava in onda.”
Quando sei arrivato a Radio Monte Carlo era un periodo in cui tutto era da costruire, con pochi riferimenti ai quali ispirarsi…
“Mi portavo già la professione dentro, era Radio Luxembourg, con Kid Jensen, Bob Stewart, i grandi dj di riferimento. Quando sono arrivato a RMC da Radio Veronica, avevo avuto una specie di “infarinatura” per il mestiere. Immediatamente il mitico Noel Coutisson (l’allora Direttore artistico) mi disse: ‘Tu ti chiami Frederik Van Stegeren, d’ora in poi ti chiameremo l’Olandese Volante’. Lo stesso aveva inventato il nome Awana Gana per Antonio Costantini. Era un periodo in cui Radio Monte Carlo faceva 10 milioni di ascolto medio giornaliero ed era la prima radio in Italia, non esistevano ancora le private che sarebbero arrivate più tardi”.
Hai recitato nel film di Falsetta “Onde Radio”. Cosa manca oggi di quel modo di “fare radio” del passato? Pensi sia possibile trasportare nel presente parte di quel mondo?
“Falsetta aveva fatto un film sulla radio e io ho interpretato la parte del censore che cerca di bloccare le trasmissioni che arrivano dal passato, però era soltanto un ruolo perché, nella mia vita, non ho mai censurato nessuno, era solo la mia parte nel film. La radio è cambiata, come la musica, la televisione, la vita. Soprattutto negli anni ’60 e ’70 non avevamo Internet, i social… È cambiata tantissimo anche la programmazione; la musica non è più quella di una volta, però non si può dire sempre: «Torniamo al passato perché prima era tutto meglio», pure adesso ci sono delle cose buone e altre pessime. Possiamo, comunque, andare avanti perché la musica e l’ambiente dello spettacolo saranno sempre molto interessanti. Si pensi a tutte le volte in cui c’è il Festival di Sanremo, cosa non si sblocca in Italia e i milioni e milioni di persone che lo seguono, sono tutti coinvolti in una manifestazione che ha sempre alla base la musica.”
Stai lavorando a una serie di podcast che racconteranno la storia della radio…
“Sì, li sto ultimando. Chi può raccontare meglio di me, che l’ho vissuta dall’inizio, la storia della radio privata in Italia. Milano, Roma, Napoli, saranno coinvolti tutti, veramente interessante. Saranno pubblicati sulla piattaforma di Mediaset a disposizione del pubblico a partire dalla fine di febbraio. La situazione attuale della radio, invece, si racconta da sola. In Italia i due grossi gruppi editoriali privati, unitamente alla Rai, si spartiscono la gran parte dell’ascolto, pochissimo rimane alle piccole radio locali, purtroppo destinate a scomparire. Discorso a parte ed esclusa da questo pacchetto, perché completamente autonoma per pubblicità, redazione, servizio tecnico, rimane RTL, gestita molto bene dal Patron Suraci”.
Dal 2015 sei in onda su Radio Norba, una scelta di vita dentro un progetto in continua crescita…
“Dopo aver lavorato per cinquant’anni in quest’ambiente, dopo Radio Monte Carlo, undici anni per 105, sedici per RTL, poi altri cinque a 101, ho concluso che ormai sono un personaggio radiofonico che è andato in pensione. Però, dato che non riesco a fare a meno della radio, perché è dentro di me, sono andato a Radio Norba, la più grande emittente del Sud Italia, che si divide l’ascolto con Radio Kiss Kiss. Sono molto contento di vivere lì, perché, a parte la Puglia che amo molto, la mia casa a mare, riesco a continuare a fare il mio mestiere grazie a Marco Montrone che gestisce molto bene questa radio. L’avrete seguita sicuramente su Italia 1 grazie a “Battititi live” con Alan Palmieri ed Elisabetta Gregoraci. Insomma, alla tenera età di 72 anni, non ho ancora intenzione di abbandonare il mezzo”.