L’impressione è che si stiano preparando forchette e coltelli in quel di Francoforte sul Meno. Per cominciare col piede giusto il nuovo anno, infatti, la Banca centrale europea ha pensato di indire un maxi bando per la fornitura del servizio di ristorazione. L’importo stimato dall’euro-istituzione guidata da Christine Lagarde è a dir poco da capogiro: 70 milioni di euro tondi tondi. C’è da stupirsi? Probabilmente no, vista la mole di pranzi e cene che la stessa Bce prevede di consumare. Una quantità smisurata: oltre 400mila all’anno. Che fanno, tanto per capirci, circa 1.100 ogni giorno che passa. Festivi e domeniche comprese.
Maxibando per la ristorazione alla Bce. All’Eurotower di Francoforte si consumeranno 400mila pasti l’anno
Il conto emerge curiosando nella documentazione che accompagna il bando di gara da cui, innanzitutto, si evince che la Banca centrale è alla ricerca di un fornitore “idoneo per la fornitura di servizi di ristorazione per i propri locali nella regione del Reno-Meno”. Di quanti parliamo? Lo specifica ancora la documentazione ufficiale: “Attualmente, i locali della Bce sono costituiti da tre edifici a Francoforte sul Meno”.
Vada come vada la Banca centrale è però chiara – quasi minacciosa – sul fatto che i servizi devono essere di altissima qualità, tanto che si specifica che ci “si aspetta che l’aggiudicatario fornisca servizi eccellenti in termini di ospitalità, gastronomia, atteggiamento orientato al servizio e cucina raffinata, riflettendo la sostenibilità, la diversità e la salute in tutti i punti e le aree di ristorazione”. Non solo. Bisogna essere anche “creativo, flessibile e innovativo, con particolare attenzione al miglioramento continuo della varietà dei prodotti”.
A questo punto, però, sorge la domanda: di quanti pasti parliamo se si stima una spesa di ben 70 milioni di euro? Una valanga. Per il pranzo del personale, tanto per dire, bisogna attrezzare ben quattro ristoranti “per un totale di circa 890 posti a sedere”. Ci sono poi le colazioni da servire, le caffetterie (tre, per un totale di 320 posti a sedere); senza dimenticare i 190 angoli cottura “dislocati lungo il piano uffici degli edifici”.
E poi ancora quattro “aree di vendita”, 33 sale conferenze dove organizzare eventuali catering; due sale da pranzo “executive” per 270 posti; e varie ed eventuali che ovviamente bisogna sempre considerare. Una marea di spazi e di pasti da preparare. Ma per quante persone? Anche questo è chiaramente spcecificato: “i volumi annui approssimativi stimati di pasti, snack e bevande serviti nelle principali aree di ristorazione” sono 362mila pranzi nei ristoranti del personale, 195mila ritiri nelle caffetterie, 5.500 pranzi e cene nei ristoranti, 39mila catering nelle sale riunioni e, tanto per non farsi mancare nulla, ecco altri 2.500 pranzi e cene nei locali più esclusivi nel caso in cui dovessero esserci ospiti d’eccezione.
Per carità, la Bce specifica sin da subito che “questi volumi hanno solo scopo orientativo, non sono vincolanti e non pregiudicano futuri sviluppi”. Ma è facile immaginare che potrebbero essere ancora più vasti. Certo è che “i servizi di ristorazione devono essere adatti a una clientela internazionale e devono includere un’ampia varietà di piatti internazionali, tendenze culinarie attuali, piatti tradizionali, esigenze dietetiche e stili di vita dietetici”.
Perché, spiega il bando, “il personale della Bce dovrebbe vivere la propria interazione con i servizi di ristorazione come un evento in cui non solo gusta un pasto nutriente, ma ha anche la possibilità di rilassarsi e recuperare le energie in un’atmosfera positiva”. È il minimo, vista la mole di spesa.