“Io credo che fosse inopportuno l’invito a Zelensky di ieri. Capisco che ci sono esigenze di opinione pubblica interna, ma ci sono momenti nei quali privilegiare l’opinione pubblica interna va a discapito della causa”. È quanto ha detto il premier Giorgia Meloni, al suo arrivo a Bruxelles per il Consiglio Europeo, rispondendo a una domanda sull’incontro di ieri a Parigi tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Per il premier Meloni è stato inopportuno l’invito di Macron a Zelensky. Oggi a Bruxelles faccia a faccia con il presidente ucraino
“Credo – ha detto la Meloni – che la nostra forza in questa vicenda sia l’unità e la compattezza. Capisco il fatto di privilegiare le proprie opinioni pubbliche interne, ma ci sono dei momenti nei quali privilegiare la propria opinione pubblica interna rischia di andare a discapito della causa. Questo mi pare che fosse uno di quei casi”.
Macron e il presidente ucraino Zelensky, questa mattina, hanno raggiunto insieme Bruxelles il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue a Bruxelles dove è previsto l’intervento del leader all’Eurocamera, poi al Consiglio Ue. E successivamente il bilaterale con Meloni.
Metsola: “Una giornata storica per l’Europa”
“Una giornata storica per l’Europa. Siamo orgogliosi di annunciare che il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, sarà presente al Parlamento Europeo questa mattina. Per rivolgersi ai cittadini europei dalla Casa della democrazia europea”, ha scritto su Twitter la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola.
Consiglio Ue, per la Meloni si annuncia un altro fiasco. Su migranti e aiuti di Stato già bocciate tutte le sue richieste
Diceva che con lei al governo per l’Unione europea sarebbe finita “la pacchia”. Eppure non sembra proprio che Giorgia Meloni abbia tenuto fede a quello slogan visto che, sin dal suo insediamento, ha tenuto un atteggiamento accondiscendente con Bruxelles. Com’è facile immaginare non farà eccezione neanche il Consiglio europeo straordinario che inizia oggi e a cui prenderà parte la premier in persona.
Si tratta di un summit in cui si affronteranno questioni decisive che vanno dal sostegno all’Ucraina, alla gestione dei flussi migratori e, soprattutto, alla ricerca di soluzioni europee per rispondere all’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti che rischia di minare nelle fondamenta la competitività delle imprese europee.
Malgrado da Palazzo Chigi si siano affrettati a spiegare che “in preparazione del Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio, il presidente del Consiglio” ha sentito i principali leader europei, a partire dal Presidente spagnolo Pedro Sanchez e fino all’omologo francese Emmanuel Macron, le possibilità che l’Italia ottenga qualcosa sono ridotte al lumicino, per non dire pressoché nulle.
Certo è facile immaginare che sul sostegno a 360 gradi nei confronti di Volodymyr Zelensky la convergenza sarà pressoché totale, ma il problema è che su tutto il resto la Meloni sembra destinata a raccogliere le briciole. Sulla gestione dei flussi di migranti, tema caro alle destre ma che spacca l’Ue, si punterà sul puro e semplice rilancio della strategia dei rimpatri, per giunta senza particolari obblighi per i Paesi membri.
Insomma se andasse così sarebbe un pannicello caldo visto che il governo italiano sperava in impegni concreti, specie con il rafforzamento dei confini europei. Ma se possibile le cose rischiano di andare ancora peggio sull’altro tema caldo, ossia quello del contrasto alle politiche – giudicate da tutti come anti-concorrenziali – degli Stati Uniti.
Qui la spaccatura tra Paesi membri è netta con l’asse franco-tedesco che si è fatto portabandiera della proposta di allentare le normative sugli aiuti di Stato così da poter controbilanciare l’Inflation Reduction Act di Joe Biden. Una proposta che non piace affatto all’Italia che dovendo fare i conti con i limiti imposti dagli elevati livelli di debito pubblico, finirebbe per trovarsi un ulteriore fardello sulle spalle.