Dall’Istat all’Inps passando per l’Ocse i dati sulle retribuzioni in Italia e sul reddito medio annuo delle famiglie ci delineano un quadro allarmante per il nostro Paese. Eppure questo governo pare andare in direzione ostinata e contraria.
Beppe Grillo rilancia la grande emergenza di quest’epoca: “Sono sempre i poveri a salvare la Patria!”
La prima legge di Bilancio dell’era Meloni ha varato un taglio del cuneo fiscale che si traduce in pochi euro al mese, la reintroduzione dei voucher dà un pessimo segnale sul fronte della precarizzazione del lavoro, l’aumento delle pensioni si è trasformato in un taglio delle rivalutazioni degli assegni pensionistici per il ceto medio, per non parlare delle norme penalizzanti introdotte con la nuova Opzione donna che esclude migliaia di lavoratrici dalla possibilità di uscire dal mercato del lavoro.
E, ciliegina sulla torta, la Manovra ha varato una stretta sul Reddito di cittadinanza: da agosto tutti gli occupabili saranno esclusi dal sussidio. Il governo ha, poi, intenzione di smantellare il decreto Dignità mettendo mano ai contratti a termine che il provvedimento del M5S aveva provato ad arginare. E se il lavoro povero dilaga, Meloni e alleati non hanno alcuna intenzione di parlare di salario minimo. Eppure i numeri parlano chiaro.
L’Italia è l’unico Paese dove negli ultimi trent’anni gli stipendi sono scesi
Il nostro è l’unico Stato in cui – dati Ocse – negli ultimi trent’anni gli stipendi sono scesi (-2,90%). Nel 2022 – rileva l’Istat – l’intensa stagione contrattuale ha portato al recepimento di 33 contratti collettivi e la crescita delle retribuzioni contrattuali è stata, nella media dell’anno, pari a +1,1%. In questo caso il divario tra la dinamica dei prezzi – misurata dall’Ipca – e quella delle retribuzioni contrattuali è salito a 7,6 punti percentuali, raggiungendo il valore più elevato dal 2001, primo anno di diffusione dell’indicatore dei prezzi armonizzato a livello europeo.
Oltre 4 milioni e mezzo di lavoratori – fonte Inps – guadagnano sotto i 9 euro l’ora. A dicembre, sempre l’Inps ha diffuso le tabelle dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti e autonomi da cui emerge che il reddito medio da lavoro dei dipendenti pubblici nel 2021 è stato di 33.598 euro, quello dei dipendenti privati è stato di 22.852, quello medio dei commercianti di 20.382 e quello degli artigiani di 20.311.
Secondo un’analisi di Massimo Bordignon, Federico Neri e Cristina Orlando (Osservatorio conti pubblici italiani), il dibattito sulla distribuzione dei redditi in Italia è molto concentrato su salari e stipendi, cioè sulla remunerazione del fattore lavoro. Ma i redditi degli italiani derivano da molte altre fonti. Un’analisi intertemporale mostra che mentre negli anni ’70 i redditi da lavoro costituivano più della metà di tutti redditi, la loro quota si è ridotta fortemente nei decenni successivi per riprendersi in parte solo nell’ultimo ventennio.
Queste tendenze sono comuni ad altri paesi europei, ma in un contesto internazionale l’Italia spicca per il valore molto basso dei redditi da lavoro sul totale dei redditi. E in Italia sono cresciute fortemente le rendite immobiliari che costituiscono adesso quasi il 13% del Pil. Dai dati raccolti da Istat e Banca d’Italia emerge che la ricchezza delle famiglie nel 2021 è diminuita e i debiti sono saliti oltre la soglia dei 1.000 miliardi.
Il 5,6% della popolazione si trova in condizioni di grave deprivazione materiale
Non solo, a livello pro capite l’Italia è, tra i grandi Paesi, quello dove la ricchezza è cresciuta meno negli ultimi anni, piazzandosi a livelli inferiori a quasi tutte le altre economie avanzate. E poi ci sono i numeri sulla povertà. Nel 2021 – dati Istat – il 20,1% delle persone residenti in Italia risulta a rischio di povertà (circa 11 milioni e 800 mila individui). Il 5,6% della popolazione (circa 3 milioni e 300 mila individui) si trova in condizioni di grave deprivazione materiale.
“Il governo ha impostato il nuovo corso politico all’insegna del favore a chi ha di più togliendo anche il poco a chi ha di meno, perché con quel poco intende tenere in ordine il bilancio dello Stato. Sono sempre i poveri a salvare la Patria!” commenta il fondatore M5S, Beppe Grillo.