Per la gestione dei beni confiscati alla mafia la Regione Lombardia ha stanziato per il 2023 poco più di un milione e mezzo di euro, un milione in meno di quanto aveva destinato alla stessa voce lo scorso anno. Smentendo le parole che il governatore Attilio Fontana aveva pronunciato lo scorso 25 maggio, quando, intervenendo a un convegno organizzato per i 30 anni della Dia, la Direzione investigativa antimafia, aveva detto che “bisogna ricercare nuove risorse per gestire i beni confiscati”.
Per la gestione dei beni confiscati alla mafia la Regione Lombardia ha stanziato per il 2023 poco più di un milione e mezzo di euro
Il nuovo bando di Regione Lombardia, appena, pubblicato, scadrà il 31 marzo. La Giunta regionale ha stanziato per il 2023 la somma di 1.560.000 euro, destinata alle amministrazioni comunali e provinciali e alla città metropolitana di Milano che potranno fare richiesta di fondi da destinare al recupero e all’utilizzo a fini sociali o anche istituzionali di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. I toni, al solito, sono quelli trionfalistici e il ruolo di megafono, in questo caso, è assolto dall’assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale Romano La Russa.
Per l’esponente di Fratelli d’Italia “la lotta alla criminalità organizzata passa anche attraverso l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati”. “In tanti”, dice, “parlano su come aiutare i Comuni. Regione Lombardia agisce concretamente stanziando risorse importanti”. Per La Russa, “questi fondi sono sempre più fondamentali per gli enti locali che, spesso, non riescono a recuperare il bene assegnato che si deteriora e non può essere utilizzato dagli stessi enti o dalle associazioni destinatarie”.
Quello che La Russa non dice è perché, se “i fondi sono sempre più fondamentali”, la Regione Lombardia li ha decurtarli del 40% rispetto all’anno passato. La Lombardia è la terza regione italiana per numeri di beni sottratti alle mafie dopo Sicilia e Campania e il suo primato nel Nord Italia per beni confiscati, conferma quanto il fenomeno mafioso sia radicato su tutto il territorio lombardo.
Secondo i dati forniti dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati, pubblicati il 16 agosto scorso e relativi all’attività del 2021, nel complesso erano 194 i Comuni lombardi che avevano nel proprio territorio almeno un bene confiscato, pari al 12,8% del totale: in pratica, in più di un comune lombardo su 10 c’è un immobile sottratto alla mafia. I dati ufficiali forniti da Regione Lombardia dicono che nel 2019 sono stati assegnati a 7 Comuni complessivamente 467.097,20 euro per finanziare 12 interventi di recupero.
Nel 2020 sono stati 12 gli enti locali assegnatari complessivamente di 1.000.359,28 euro e finanziati 17 interventi di recupero. Nel 2021 sono stati assegnati a 14 enti locali 1.154.866,45 euro per finanziare 19 interventi di recupero. Per la prima volta sono stati assegnati contributi anche a 4 associazioni, per il recupero di immobili sequestrati, per un importo complessivo pari a 261.790,27 euro. Infine, nel 2022 sono stati assegnati a 24 enti locali e a un’associazione complessivamente 2.505.453,36 euro, finanziando 40 interventi di recupero.
Riducendo di un milione il fondo destinato alla gestione dei beni confiscati nel 2023, la giunta a guida Fontana, nei fatti, dà ragione al candidato governatore di centrosinistra e Cinque Stelle Pier Francesco Majorino, quando dice che “Fontana e Moratti (candidata presidente per il Terzo Polo, ndr) hanno due cose in comune: la storia di centrodestra, e che in momenti diversi del loro percorso politico hanno detto sostanzialmente che la mafia qui da noi non esiste”.