“Il 41 bis è un elemento normativo non trattabile. La possibilità di mutare, in questo momento, questa normativa è inesistente, soprattutto in relazione ai disordini, agli atti vandalici di questi giorni, che purtroppo sono in progressione, perché sono delle forme di intimidazioni davanti alle quali lo Stato deve tenere la massima fermezza”. È quanto oggi ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, riferendo alla Camera sul caso Cospito e 41 bis.
Il ministro della Giustizia Nordio, riferendo alla Camera sul caso Cospito, ha detto che il 41 bis “è un elemento normativo non trattabile”
“Il detenuto Cospito – ha aggiunto il Guardasigilli – sta attuando uno sciopero della fame, la sua posizione giuridica è estremamente complessa, si trova in questo momento in due posizioni: da una parte è sotto esclusiva competenze dell’autorità giudiziaria, su questa né il ministro competente né il governo può intervenire, la seconda è invece messa all’istanza di revoca dell’articolo del 41 bis che l’avvocato difensore ha fatto pervenire”.
Cospito dal carcere ha inviato documenti di esortazione alla lotta armata di matrice anarchica
Nordio ha specificato che “il detenuto è stato sottoposto a regime speciale 41 bis, con un decreto ministeriale – ha aggiunto -. Il detenuto ha dimostrato di essere perfettamente in grado di collegarsi con l’esterno anche in circostanza di detenzione, inviando documenti di esortazione alla lotta armata di matrice anarchica”.
Riguardo all’istanza di revoca del regime speciale avanzata dal difensore di Cospito il 13 gennaio, “la situazione è più complessa, quella normativa è stata più volte mutata per quanto riguarda la competenza del ministero della Giustizia, l’opinione prevalente di oggi è che il ministro non possa pronunciarsi se prima non ha acquisito i pareri delle autorità giudiziarie competenti”, ha evidenziato Nordio.
“Lo stato di salute di un detenuto non può costituire elemento di pressione nei confronti dello Stato”
“Lo stato di salute di un detenuto non può costituire elemento di pressione nei confronti dello Stato, non possiamo aprire la diga a tutta una serie di pressioni nei confronti dello Stato da parte di altri detenuti che si trovano nella stessa condizione di Cospito”, ha poi affermato il ministro.