di Maurizio Grosso
Alla fine, dopo polemiche a dir poco accese, la decisione è stata presa. I funerali di Erich Priebke, il gerarca nazista autore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, si terranno oggi in forma privata. Mentre è ancora del tutto aperta la questione della sua sepoltura, visto che sia la sua città natale in Germania, Henningsdorf, sia il comune di Pomezia, in cui è situato il cimitero di guerra tedesco, sembrano essere intenzionati a ospitare la salma. Nelle prossime ore, quindi, il dibattito promette nuovi sviluppi.
La procedura
A definire lo scenario, ieri, è stata innanzitutto la questura di Roma. Il cui numero uno, Fulvio della Rocca, ha notificato all’avvocato dell’ex gerarca, Paolo Giachini, un decreto in cui si stabilisce che per motivi di ordine e sicurezza è vietato lo svolgimento in forma pubblica e solenne delle funzioni relative alle esequie e al trasporto della salma dell’ex ufficiale delle Ss nell’ambito di Roma e di tutta la provincia. Vietato anche lo svolgimento di qualsiasi manifestazione in forma pubblica. Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche la posizione della Chiesa cattolica. Il Vicariato di Roma, ieri, ha ricostruito la vicenda degli ultimi giorni è ha comunicato le sue decisioni. In una nota è stato spiegato che la richiesta di svolgimento dei funerali in una chiesa della capitale “è stata presentata al parroco non dai familiari del defunto, ma da una signora a nome dell’avvocato del signor Priebke, nella mattina di sabato 12 ottobre”. Dopo quel momento “l’autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio, finalità propria delle esequie religiose, dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto”. Pertanto, ha poi concluso il Vicariato, “non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta”. Il fatto è che “la proposta è stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke”. In ogni caso, “nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle diposizioni stabilite dall’ordinario”.
L’avvocato all’attacco
Queste parole hanno suscitato una dura reazione da parte del legale di Priebke, il quale si è detto “colpito dalla viltà del clero che si maschera dietro i pretesti. Il diritto canonico parla di peccatori manifesti, Priebke veniva regolarmente confessato, è stato assolto dal clero, lo accettavano in chiesa fino a pochi mesi fa, adesso non possono tirarsi indietro. Dico solo che lo hanno voluto a Roma per giudicarlo e condannarlo e ora se ne vogliono liberare”.
L’altro nodo
I dubbi, risolti per quanto riguarda i funerali, sono invece ancora tutti da sciogliere per quanto concerne il luogo della sepoltura. Ancora l’avvocato dell’ex ufficiale delle Ss, ha definito “praticabilissima” la possibilità che la salma di Priebke venga sepolta nel cimitero di guerra tedesco di Pomezia. Questa soluzione, in particolare, era stata suggerita nei giorni scorsi da un veterano inglese, Harry Shindler, rappresentate della “Italy Star Association 1943-45”, un’associazione di veterani dell’esercito britannico che hanno fatto la guerra in Italia. Sul punto, però, è arrivato il secco rifiuto del sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, secondo il quale “la proposta del signor Shindler non è meritevole di alcuna attenzione. Ho già contattato il referente del cimitero militare tedesco per avere informazioni in merito e, da quello che mi risulta, una tumulazione a Pomezia non sarebbe tecnicamente realizzabile, dal momento che il cimitero tedesco ospita solo i militari caduti in guerra”. E nemmeno il paese natale di Priebke, Henningsdorf, cittadina a pochi chilometri a Nord di Berlino, vuole avere la salma dell’ex ufficiale delle Ss. L’amministrazione comunale, infatti, ha fatto sapere che il regolamento cimiteriale prevede la sepoltura solo per i residenti, oppure in presenza di una tomba di famiglia.