“Regione Lombardia negli ultimi due anni ha realizzato misure di incentivazione che complessivamente ammontano a quasi 800 milioni di euro. E interessano tutti i settori che impattano sulla qualità dell’aria. A dimostrazione che si sta investendo in questo ambito e che le politiche adottate da Regione Lombardia, che agiscono su più fronti (dal trasporto, al riscaldamento, alle emissioni in agricoltura) sono efficaci”.
Sonora stroncatura dall’Ue su qualità dell’aria, inquinamento acustico e acque reflue in Lombardia. Quattordici le procedure di infrazione aperte
“La riduzione dell’inquinamento è un lavoro molto serio e duraturo che Regione Lombardia sta conducendo senza sosta, nonostante le condizioni morfologiche e climatiche sfavorevoli legate alla particolare configurazione del bacino padano”. Sono parole di Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e clima della Regione Lombardia, diffuse attraverso un comunicato pubblicato sul sito internet dell’Arpa lombarda.
I toni trionfalistici del componente della giunta guidata dal leghista Attilio Fontana si rivelano pura propaganda, visto che sono ben quattordici le procedure di infrazione aperte dall’Unione europea per quella che un tempo era considerata “la locomotiva d’Italia”. Bocciando la Lombardia proprio per la qualità dell’aria, per l’inquinamento acustico e per il mancato controllo delle acque reflue.
Tra le procedure di infrazione, cinque sono in fase esecutiva. Una è per la mancata attuazione della direttiva europea del 1991 relativa al trattamento delle acque reflue per gli “agglomerati con più di 200 mila abitanti”. Nel 2022, invece, una sentenza ha condannato la Lombardia per non aver evitato il superamento dei limiti annuali di biossido di azoto. La Regione ora è a rischio di sentenza per la cattiva applicazione della direttiva europea del 2008 sulla qualità dell’aria a causa del superamento dei valori di Pm10.
Altre procedure di infrazione sono state attivate per la mancata designazione delle Zone speciali di Conservazione, le carenze nel monitoraggio della qualità delle acque e la designazione delle zone vulnerabili ai nitrati. E, ancora, per i contratti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico, la non corretta applicazione della direttiva europea sulle concessioni balneari, l’inadempienza riguardo alla normativa in tema di Sportelli unici per le attività produttive (Suap), il mancato recupero dei prelievi arretrati sulle quote latte.
Pierluigi Riccitelli, candidato per il M5S alle prossime regionali, in una intervista rilasciata al sito Fana.one, ha spiegato che non solo “la Lombardia è la regione più inquinata d’Europa”, ma soprattutto che “le politiche di questi anni non hanno mai puntato a un miglioramento ambientale”. A sostegno della sua tesi ha fatto un esempio: “La Regione in questi anni ha investito molto in infrastrutture viabilistiche dimenticando il trasporto pubblico. Questa è una strategia perdente dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico e del consumo di suolo. Basti pensare che il traffico incide per il 78% sulle emissioni annuali di Pm10 solo nella provincia di Milano e tocca quota 83% nel capoluogo lombardo dove si stima circolino oltre un milione di veicoli fra auto, mezzi commerciali, autobus e moto”.
Legambiente punta il dito contro l’eccessivo livello di motorizzazione. E i 5S attaccano: “Ambiente umiliato”
“Sul consumo di suolo il M5S punta a una legge regionale che imponga il consumo di suolo zero”, ha aggiunto Riccitelli, “incentivando il recupero di aree degradate e già urbanizzate. Una delle modifiche che proponiamo è riscrivere la Legge 12 del 2005 (Legge per il governo del territorio). Ad oggi si tratta di una legge di quasi vent’anni che si limita, di fatto, a introdurre sconti fino al 60% sugli oneri di urbanizzazione e premi volumetrici del 20% per chi recupera immobili abbandonati, senza tracciare nemmeno un’idea di trasformazione ragionata e omogenea del dismesso e del costruito, delle funzioni da recuperare e del ruolo dell’intervento pubblico. La legge sembra non considerare che in Lombardia ci sono più di 3000 aree dismesse e più di 900 siti da bonificare; non discrimina tra aree di pregio e aree degradate. Finanzia limitati lavori di demolizione senza prevedere un solo euro per le bonifiche: di conseguenza si preferisce investire sulla demolizione degli edifici e non sul recupero delle aree”.
“Le politiche per la qualità dell’aria in Lombardia sono ad un punto morto: significa che abbiamo smesso di aggredire le fonti emissive più importanti”, dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.
“La Lombardia vanta un insuperabile, quanto ben poco invidiabile, primato europeo per quanto riguarda i livelli di motorizzazione e i carichi di bestiame allevati nelle stalle: nulla di strano, dunque, se siamo una regione da record anche per quanto riguarda l’inquinamento generato, prioritariamente, da queste due font”, prosegue, “se vogliamo ambire a una dignitosa qualità dell’aria, occorre che venga avviata una nuova stagione di politiche ambientali”.
Nel 2022 sono state Milano, Cremona, Mantova, Brescia, Lodi, Monza, Pavia e Como le città che hanno infranto il tetto massimo concesso dalla normativa europea per quanto riguarda le giornate di smog elevato, con polveri oltre i 50 microgrammi/mc.
“Nessuna delle città lombarde, però, rispetta le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in virtù delle quali devono essere meno di 4 all’anno le giornate di smog estremo. La normativa europea sulla qualità dell’aria è in fase di revisione e i limiti potrebbero diventare ancor più stringenti. Se così fosse, nessuna città lombarda potrebbe dichiararsi libera dallo smog”, conclude la presidente di Legambiente Lombardia.