Dice che ora ha bisogno di un po’ di tempo per riguardare gli appunti presi durante le consultazioni con tutti i gruppi parlamentari, poi sarà pronta a “tirare una riga” sulla riforma che potrebbe cambiare la guida del Paese in chiave presidenzialista o in direzione di un premier con più poteri. Ma la ministra per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, si dice “fiduciosa”.
Dopo un confronto con il premier Meloni la Casellati si metterà al lavoro per tradurre nero su bianco la sua proposta sul Presidenzialismo
Dopo un confronto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che potrebbe già verificarsi la prossima settimana – Casellati si metterà al lavoro per tradurre nero su bianco la sua proposta, dopo aver fatto tesoro degli appunti presi durante il tour di consultazioni. Che si è concluso ieri con il M5S di Giuseppe Conte, finito il quale, l’ex presidente del Senato si è allungata a Palazzo Chigi. Uscendo ha dichiarato che “un punto di incontro” si può trovare, e che sia “il più largo possibile”. Anche se ammette, forse “non si riuscirà a trovare una totalità”. Pare difficile considerando le posizioni espresse dai vari partiti, soprattutto di opposizione.
Le indiscrezioni più robuste sostengono che si potrebbe trovare un punto di caduta attorno al cosiddetto premierato, più che al presidenzialismo. In particolare la Lega è da sempre tiepida su quest’ultimo. Ma in realtà Matteo Salvini ha già fatto sapere che non metterà veti su nulla se riuscirà a portare a casa la riforma dell’Autonomia differenziata che il ministro Roberto Calderoli conta di portare la prossima settimana al tavolo dei ministri per il primo via libera.
Di sicuro il Terzo polo, che rivendica ancora il modello del ‘sindaco d’Italia’ di Matteo Renzi, è pronta ad appoggiare il premierato mentre dice no al presidenzialismo a cui invece sono affezionatissimi Fratelli d’Italia e Forza Italia. Rimane il no di Pd e M5S, contrari tanto a un presidente della Repubblica quanto a un premier eletto dal popolo. “Trapiantare di sana pianta altri sistemi e sperimentarli qui ci sembra assolutamente avventuroso. Noi siamo per garantire maggiore stabilità agli esecutivi e per rendere più efficace l’azione del Parlamento”, dichiara Conte dopo l’incontro con Casellati.
Il M5S non chiude al confronto, assicura il suo leader, “è sempre in prima fila su tutte le innovazioni veramente utili per il Paese. Noi abbiamo fatto delle proposte per superare quelle che, nella nostra valutazione, sono le maggiori criticità. Nel nostro sistema non possiamo dire che va tutto bene: il problema dei governi che si alternano con insufficiente stabilità esiste, così come il problema di rendere ancora più efficiente l’attività legislativa del Parlamento. Queste sono due delle direzioni di riforma su cui secondo noi bisogna intervenire”.
Ma per i Cinque Stelle il rafforzamento dei poteri del capo del governo, ad esempio, potrebbe passare dalla sfiducia costruttiva. Su cui si dichiara d’accordo anche il Pd. “La nostra democrazia ha certamente bisogno di alcune innovazioni necessarie a risolvere le principali criticità: l’instabilità dei governi e il rischio di crescente marginalizzazione del Parlamento.
Abbiamo la convinzione, inoltre, che sia necessario rafforzare la partecipazione popolare”. Dunque sì al confronto ma no a “riforme che stravolgerebbero l’assetto costituzionale e che non garantirebbero il superamento dei problemi di cui soffre il sistema istituzionale italiano”, dichiarano i 5 Stelle Alessandra Maiorino e Alfonso Colucci, presenti all’incontro con Casellati.