Abituati con la propaganda e con le fiction, giornali e tv di destra stanno riscrivendo la storia della mafia, negando l’innegabile e mentre ci siamo pure lisciando il pelo ai boss. Giovedì scorso ha fatto ridere tutta Italia Berlusconi che a Rete4 affermava di aver combattuto come nessun altro i clan.
Ovviamente si è scordato il piccolo dettaglio che a fondare con lui Forza Italia è stato Marcello Dell’Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, e aver fatto da mediatore proprio tra il Cav e Cosa nostra. In studio nessuno si è permesso di fargli notare che era meglio cambiare discorso, perché il padrone di casa doveva prendersi in diretta tv un po’ dei meriti per la cattura di Messina Denaro, di cui si era ampiamente vantata la Meloni.
Meriti senza alcun senso, non solo perché gli arresti li fanno i magistrati e le forze dell’ordine e non il governo, ma soprattutto perché Vittorio Feltri ieri ci ha informato che l’erede di Totò Riina “non è certo che sia un assassino”. Dunque, le sentenze che condannano all’ergastolo il capo delle cosche trapanesi sarebbero sbagliate.
Un errore giudiziario, insomma, che fa passare per sciocchi tutti quelli che hanno festeggiato per l’arresto del superlatitante, a partire dalla Meloni. Cioè chi ha candidato proprio Feltri nel 2021 al Consiglio comunale a Milano, e nonostante si sia dimesso dopo pochi mesi, l’ha rimesso in corsa alle Regionali. D’altra parte, la gente che porta voti, anche condannata per mafia, il Centrodestra al Sud se la tiene cara. Come una famiglia.