Nicola Di Marco lei è capogruppo del M5S e capolista per Milano in vista delle elezioni regionali, la vittoria è davvero possibile?
“Stiamo lavorando per costruire un’altra Lombardia. I numeri dicono che il nostro lavoro sta avendo riscontro. Quello che posso dire io è che girando le piazze e i mercati incontro moltissimi cittadini che non si sono dimenticati di quanto il governo Conte è stato vicino, con sostegni concreti, alle persone in difficoltà durante i tragici anni della pandemia. Al pari non sono stati dimenticati gli errori di Fontana, Gallera e Moratti: le mascherine pannolino, il loro algoritmo che ci ha costretto in zona rossa più del dovuto, fino alle prenotazioni impossibili dei vaccini o ai tamponi introvabili. Il centrodestra ha mostrato tutta la propria incapacità. È arrivato il momento di cambiare e sono in tanti a pensarla così”.
Il vostro slogan è “Un’altra Lombardia”, quale significato racchiude?
“La nostra è una regione straordinaria, i cui cittadini hanno sempre saputo distinguersi per operosità e valori. Un’altra Lombardia significa anche che per consentire alle potenzialità di questo territorio di realizzarsi al massimo serve un cambiamento. Chi va al lavoro deve sapere se in banchina troverà un treno ad attenderlo. Chi si cura deve sapere di poter contare su di un medico di base, così come chi ha bisogno di una prestazione clinica deve ottenerla in tempi ragionevoli senza il ricatto del “se paghi c’è posto subito”, chi lavora ha bisogno di meno burocrazia. Serve un’alternativa alle due destre di Fontana e Moratti. L’unica alternativa è votare la coalizione che sostiene Majorino presidente”.
I nervi scoperti del centrodestra in Lombardia sono sanità e trasporti, Fontana promette che taglierà le liste d’attesa e annuncia investimenti per l’acquisto di nuovi treni.
“L’unica promessa che dovrebbe fare Fontana è quella di scusarsi e farsi da parte. In merito alle liste d’attesa trovo vergognoso introducano a due settimane dal voto misure e risorse che non sono stati capaci di introdurre negli ultimi ventotto anni. In merito ai treni la questione è ancora più ridicola. Si tratta degli stessi coinvogli promessi da Roberto Maroni nel 2018, che hanno cominciato a circolare nel 2022. In materia di trasporto pubblico locale, l’unica cosa di cui è stato capace Fontana è stata scaricare colpe e responsabilità su qualcun altro, esattamente come quando attaccava il governo perché lui e Gallera non erano capaci di gestire l’emergenza covid”.
Ha definito Letizia Moratti come il secondo candidato del centrodestra, lei al contrario si presenta come candidata civica.
“In Lombardia è successo qualcosa di incredibile. La Vicepresidente e storico volto del centrodestra lombardo, chiamata dal centrodestra per risolvere i problemi causati dall’incapacità di Fontana e Gallera, con la promessa di una poltrona da Presidente, ha finito per candidarsi contro la sua stessa Giunta. Solo questo dovrebbe bastare a rendere la misura del fallimento di Fontana. Associare Moratti al nuovo che avanza fa ridere. Ha letto le sue liste? Una corte dei miracoli fra ex e personaggi in cerca d’autore, che spazia da Forza Italia fino ad ex grillini, dall’ex segretario provinciale della Lega Nord fino ai candidati di Azione. Un’ammucchiata stile prima Repubblica”.
La Lombardia può essere laboratorio nazionale?
“La Lombardia è la Lombardia. Qui le forze che sono espressione della coalizione che sostiene Majorino hanno avviato un percorso lungo e serio, per discutere di temi, arrivando infine a una sintesi che rispecchia le idee condivise in merito al futuro della nostra regione. Lasciamo a chi ha l’onore e l’onere di occuparsi di politica nazionale il suo difficile compito, perché al momento noi siamo concentrati su di un obiettivo altrettanto complicato: costruire un’altra Lombardia”.