Non ci sta a passare per guerrafondaio e così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, passa al contrattacco e replica a chi lo accusa di passioni belliciste per il suo sfrenato e incondizionato sostegno all’Ucraina impegnata in guerra contro la Russia.
Non ci sta a passare per guerrafondaio e così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, passa al contrattacco
Il sesto decreto conterrà solo armi difensive e aiuti civili, è “il primo” in questo senso, e punta a frenare l’escalation con il rischio che la guerra possa “espandersi”, sostiene. Crosetto illustra gli obiettivi del prossimo pacchetto di aiuti a Kiev: è il primo del Governo Meloni e dopo un passaggio in Parlamento potrebbe essere firmato entro gli inizi di febbraio.
“Noi non diamo armi che attaccano i russi ma che difendono gli ucraini abbattendo i missili prima che tocchino il suolo”, spiega Crosetto specificando che non è previsto l’invio di droni. Nel frattempo però si è definita la questione per la fornitura dell’avanzato sistema di difesa aerea Samp-T: Francia e Italia sono vicine alla definizione dei dettagli tecnici.
È prevista intanto tra alcune settimane l’installazione dello stesso sistema dall’Italia in Slovacchia, al confine Nato con i territori di guerra e al solo scopo di deterrenza, dove verrà sostituita la batteria di Patriot americani. Quanto ai soldati di Kiev, sarà necessario saper usare quest’arma di produzione italo-francese: per questo una delle ipotesi più probabili è quella di un programma di addestramento.
In futuro si porrà la questione di sopperire a questa serie di forniture con nuovi finanziamenti per tornare a riempire i magazzini nazionali, anche se al momento – precisa il ministro – “gli investimenti sono rimasti uguali a quelli degli anni precedenti. L’invio del materiale in Ucraina non ha aumentato assolutamente la spesa pubblica e gli investimenti italiani, per ora”. Già, “per ora”.
Il 55% degli italiani boccia la proposta del governo di portare il budget della difesa al 2% del Pil
Crosetto non convince affatto i Cinque Stelle che gli ricordano come la maggioranza degli italiani sia fortemente contraria all’aumento della spesa militare: il 55% degli italiani boccia la proposta del governo di portare il budget della difesa al 2% del Pil e solo il 23% è favorevole ad aumentare la spesa militare.
“Il M5S – dicono i pentastellati – continuerà a rappresentare la posizioni della maggioranza del popolo italiano nel rispetto del nostro ruolo di parlamentari. Per questo noi ci opporremo con tutte le nostre forze a una corsa al riarmo nazionale che giudichiamo pericolosa e contraria agli interessi dei cittadini”.