Un colpo da sopra, un altro da sotto, il governo di Giorgia Meloni ce la sta mettendo tutta per smontare il Paese. Con l’autonomia differenziata tra le Regioni, così come la immagina la Lega, l’Italia si spacca in due, con il Nord che diventa provincia tedesca e il Sud periferia dell’Africa.
Un modello che Fratelli d’Italia sta cercando di posticipare, per non perdere i tanti voti che ha nel Mezzogiorno, ma la cambiale con Salvini prima o poi andrà pagata, e se questo non accadrà presto sarà il segretario del Carroccio a fare i conti con i suoi governatori.
Prepariamoci, dunque, al Paese a due velocità. E per cominciare ad abituarci, ieri il ministro dell’Istruzione, Valditara, ha proposto di pagare in modo diverso gli insegnanti, a seconda del costo della vita delle aree in cui lavorano, utilizzando anche i fondi dei privati.
In altre parole, si prova a tornare alle gabbie salariali, riproponendo anche nella scuola il colpo grosso fatto ai danni della sanità: dove girano i soldi ci si cura, e dove mancano si crepa prima del proprio turno al lazzaretto.
Invece di ridurre le diseguaglianze, insomma, le si aumentano, tra l’altro prendendo pure in giro i professori e i presidi delle città più care, perché di aumentare sul serio gli stipendi – cioè la prima cosa da fare, visto che i salari dei docenti sono tra i più bassi in Europa – non se ne parla nemmeno.
Così questo governo non lascerà macerie solo in economia, nella Giustizia e nei diritti civili, ma disintegrerà quella coesione sociale e nazionale che sta alla base della nostra democrazia.