Chissà che risate si faranno i consulenti della comunicazione per la campagna elettorale delle prossime elezioni regionali in Lombardia di Letizia Moratti, ex vicepresidente di quell’Attilio Fontana che ora finge di conoscere appena e ora punta di diamante del cosiddetto Terzo Polo. Ieri, probabilmente sfiancata dall’irrilevanza a cui è condannata in una campagna elettorale che è un testa a testa tra Pierfrancesco Majorino e l’attuale presidente Fontana, Moratti ha twittato: “Per chi voterà il sindaco Beppe Sala? Voterà per me”.
Letizia Moratti twitta l’endorsement del sindaco di Milano Sala. Che la sbugiarda e spinge Majorino
Già il dover utilizzare un esponente di un altro partito per potersi accreditare dà l’idea dello sfacelo ma Moratti è riuscita a scadere rumorosamente nel ridicolo perché a stretto giro di posta è stata contraddetta proprio da lui, il sindaco di Milano in persona, che fa sapere di “prendere l’esternazione di Letizia Moratti con simpatia” (che mai come in questo caso è l’elegante sinonimo di compassione) e rimarca per l’ennesima volta di votare Majorino.
“Come ho anche ribadito di recente”, aggiunge Sala, rigirando il coltello nella piaga di una Moratti sbadata nella migliore delle ipotesi e disperatamente bugiarda nell’altra. Anzi ad ascoltare bene la conferenza stampa a Palazzo Marino del sindaco Sala ieri si poteva cogliere tutt’altra strategia: “se Fontana dovesse vincere per poco e Majorino e Moratti insieme, invece, rappresentassero una possibilità di successo con grandi numeri, ci sarebbe da mangiarsi le mani”, ha spiegato Sala, invitando al voto disgiunto che, pur stando sempre sotto il 10%, potrebbe essere decisivo.
Quindi non solo il sindaco di Milano non vota la Moratti ma addirittura invita gli elettori del cosiddetto Terzo polo a non disperdere il proprio voto per la presidenza. Majorino dal canto suo la prende con un preoccupato sorriso. “Qualcuno le parli, vi prego. Le dica di non fare così che non è bello”, dice ai giornalisti, ricordando che Letizia Moratti non è nuova all’uso della menzogna: “Non so più veramente cosa rispondere, è un caso bizzarro.
Letizia Moratti aveva detto che Pisapia aveva rubato un’auto, adesso dice quest’altra bugia”. In effetti da sindaca uscente del comune di Milano Moratti accusò il suo avversario Giuliano Pisapia (che poi risulterà eletto) a maggio del 2011 del furto “di un furgone che sarebbe stato usato per il sequestro e il pestaggio di un giovane. Pisapia è stato amnistiato”, disse Moratti. Una calunnia in piena regola. Deve essere questo il taglio elettorale del “polo della serietà”.
Se invece dovessimo stare sulla politica e non sul chiacchiericcio potremmo raccontare che ieri Moratti ha rivendicato di avere “cambiato la piattaforma di prenotazione vaccinale” quando era assessora di Fontana risolvendo il caos e di avere contribuito “alla scelta di un amministratore delegato per merito, non per le visioni politiche” per Aria, l’azienda regionale lombarda per l’innovazione e gli acquisti. Che poi la firma per la nomina dell’amministratore delegato di Aria sia di Fontana a Moratti deve essere sfuggito.
Contemporaneamente il presidente leghista Fontana definisce Letizia Moratti “una delusione: dopo essersi proposta come candidata del centrodestra, quando poi non è stata scelta allora il centrodestra non andava più bene”. “Pare un po’ la volpe e l’uva”, ironizza il governatore Fontana. Alla fine di un’altra giornata paradossale la domanda resta sempre la stessa dell’inizio di questa campagna: quanto potrà osare ancora Letizia Moratti per nascondere sotto il tappeto la sua storia di donna di destra a braccetto con quelli che oggi vuole bollare come amministratori falliti?