L’Italia va alla guerra prosciugando in propri arsenali, assecondando le richieste le richieste di Kiev che, fa sapere dalle colonne della Stampa il ministro della Difesa, Guido Crosetto, “non sono cambiate rispetto al passato: serve materiale di difesa aerea, per difendersi dai missili”.
Crosetto ripete che l’unica strada per “compensare la differenza numerica delle forze in campo” è fornire più armi a Kiev
“Non posso parlare del contenuto dei decreti emanato dal precedente governo. In quello che sarà approvato da questo non sono previste armi di artiglieria” aggiunto l’esponente dell’Esecutivo. “Non posso fornire dettagli – ha detto ancora Crosetto -, ma il Parlamento, attraverso il Copasir, sarà sempre e puntualmente informato, come prevede la legge”.
“Le pressioni internazionali che la Germania ha subito sono assurde. A differenza di quanto fanno alcuni politici con l’Italia – dice ancora Crosetto -, io non mi intrometto nel dibattito interno di altri Paesi. Ma non può sfuggire il dettaglio che il governo tedesco sia formato da una coalizione di partiti che in campagna elettorale avevano proposto una forte riduzione della spesa militare”.
“L’Ucraina deve compensare la differenza numerica delle forze in campo”
Per il ministro della Difesa siamo in una fase diversa del conflitto “perché la Russia ha cambiato atteggiamento”. “È in arrivo una pesante campagna sul terreno – afferma ancora Crosetto – e ci sono 300 mila soldati che la Russia sta formando per inviarli al fronte. L’Ucraina deve compensare la differenza numerica delle forze in campo. È per questo che le loro richieste di sostegno militare sono aumentate”.
“La percezione delle opinioni pubbliche – ha proseguito il ministro della Difesa -, non solo in Italia, è che questa guerra sia all’origine della crisi economica, e cresce il rischio che ci sia qualcuno che dia la colpa all’Ucraina, spaccando i nostri Paesi. È quello su cui punta Putin. C’è un terreno su cui la Russia e la Cina hanno un vantaggio rispetto agli altri, specialmente alle nostre democrazie occidentali: non hanno delle opinioni pubbliche a cui rispondere”.
“I governi democratici occidentali invece devono prendere decisioni che vanno sempre spiegate, condivise e accettate dall’opinione pubblica. È il bello del consenso democratico. Ma in un momento di crisi questo può rappresentare un fattore di debolezza”.
Secondo alcuni osservatori l’unico modo per far vincere la guerra all’Ucraina è un intervento militare della Nato. Per Crosetto “non si tratta di vincere la guerra, ma di far capire a Putin che non la può vincere lui e costringerlo a sedersi al tavolo della pace, perché non c’è alternativa alla trattativa diplomatica”.
“Non è un caso che i russi cerchino di sfidare chi appoggia l’Ucraina, Italia in testa”
“Segnalo anche che è importante ricordare che la Nato, formalmente, è rimasta fuori dalla guerra – afferma ancora – proprio perché non si è voluto autorizzare il racconto ‘Nato contro Russia’. Il gruppo che si incontra periodicamente a Ramstein ad esempio ha dentro Paesi Nato, la Ue e Paesi non Nato che appoggiano l’Ucraina. E non è un caso che i russi cerchino di sfidare nazione per nazione chi appoggia l’Ucraina, Italia in testa”.