Dopo aver messo fine alla latitanza del boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, gli investigatori dei Carabinieri del Ros ora si stanno concentrando sulla rete di connivenze che ha permesso all’ex capo mafia di Castelvetrano di rimanere un fantasma per trent’anni.
Gli investigatori del Ros analizzano cellulari, appunti e spostamenti del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro
Informazioni preziose potrebbero emergere, già nelle prossime ore, dall’analisi dei due cellulari sequestrati a Messina Denaro il giorno della cattura a Palermo, alla clinica La Maddalena. Grazie ai dati contenuti nei telefonini, gli inquirenti potrebbero risalire ai legami del boss: telefonate, chat, foto, video, contatti in rubrica e dati cancellati. Elementi che gli investigatori dell’Arma stanno acquisendo anche dalle compagnie telefoniche.
Gli investigatori stanno cercando di ricostruire la rete di contatti dell’ex latitante
I Carabinieri e i magistrati della Dda di Palermo sperano di ricostruire anche gli spostamenti dell’ex super latitante, proprio analizzando i dati contenuti nei due cellulari. Parallelamente alle analisi informatiche, gli investigatori stanno verificando anche gli appunti e i numeri telefonici trovati nell’abitazione di Campobello di Mazara, dove si nascondeva Messina Denaro negli ultimi sei mesi.
Nell’agenda trovata nel covo di Messina Denaro, durante la lunga perquisizione condotta tra lunedì e martedì dai carabinieri del Ros e dal procuratore aggiunto Paolo Guido, ci sono riflessioni sulla vita e sull’amore, le date degli incontri con la figlia, brani di lettere ricopiati che vanno interpretati.
Ma nell’appartamento di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, a quanto si è appreso, non sarebbero stati trovati documenti esplosivi o carte compromettenti, come, ad esempio, documenti finanziari. Tantissimi, invece, i documenti sanitari, come referti e cartelle cliniche che raccontano le gravi patologie che negli ultimi mesi avevano costretto il capo mafia a recarsi in clinica almeno sei volte.
A Campobello di Mazara trovato un altro covo, è una sorta di bunker
Ed è di oggi la notizia che, oltre all’appartamento di vicolo San Vito, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all’interno di un’altra abitazione nella stessa area, sempre nel comune di Campobello di Mazara.
Prima ora d’aria nel carcere de L’Aquila
Intanto, nel penitenziario di massima sicurezza de L’Aquila, Matteo Messina Denaro ha già fatto la sua prima ora d’aria. Secondo quanto viene riferito, il boss di Cosa Nostra, nonostante le limitazioni imposte dal carcere duro, è molto attivo e si è mostrato sempre sorridente con il personale che incrocia nel carcere abruzzese. Pe quanto riguarda, invece, le sedute di chemioterapia, a cui si sta sottoponendo periodicamente, potrebbero essere disposte in una struttura all’esterno del carcere di Preturo.
Domani la convalida dell’arresto di Luppino
È fissata per domani mattina, probabilmente nel carcere Pagliarelli di Palermo, l’udienza di convalida dell’arresto di Giovanni Luppino, l’agricoltore di 59 anni di Campobello di Mazara finito in manette lunedì, dopo aver accompagnato il boss nella clinica di Palermo dove è stato catturato. Luppino è accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena.
Ai magistrati, il 59enne – così come il medico che aveva in cura Messina Denaro, Alfonso Tumbarello, e il suo prestanome Andrea Bonafede, entrambe già sentiti dai magistrati di Palermo e indagati – dovrà spiegare i suoi rapporti con il padrino ricercato per trent’anni.
Indagato anche l’oncologo trapanese che aveva in cura Messina Denaro
Ed è indagato, sempre per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, anche l’oncologo trapanese, Filippo Zerilli, che in passato aveva curato U siccu. Il nome del medico, a cui è stato perquisito lo studio, compare più volte nella documentazione sanitaria raccolta dagli investigatori nel covo del boss.