È stato arrestato a Palermo il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. L’ultimo padrino è stato catturato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. Era ricoverato in una nota clinica privata del capoluogo siciliano.
Matteo Messina Denaro è stato arrestato a Palermo dai Carabinieri. Era ricoverato in una clinica
L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano, in provincia di Trapani, è stata coordinata dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove si trovava ricoverato in day hospital. Subito dopo è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano.
“Oggi i carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Legione Sicilia – ha confermato il comandante dei carabinieri del Ros, Pasquale Angelosanto -, nell’ambito delle indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Palermo, hanno arrestato il latitante Matteo Messina Denaro all’interno di una struttura sanitaria dove si era recato per sottoporsi a delle terapie cliniche”.
È stato subito trasferito in un carcere di massima sicurezza lontano dalla Sicilia
Il super latitante di Castelvetrano è stato portato prima nella caserma San Lorenzo e poi trasportato all’aeroporto di Boccadifalco per essere trasferito, secondo quanto si è appreso, in un carcere di massima sicurezza. L’ultimo padrino di Cosa Nostra si faceva chiamare Andrea Bonafede. Negli ospedali, come la clinica La Maddalena di Palermo dove è stato arrestato, Messina Denaro presentava una carta d’identità rilasciata dal comune di Campobello di Mazara dove risultava nato il 23 ottobre 1963 e dove sarebbe stato residente in via Marsala.
Dopo 30 anni di latitanza, catturato dai #Carabinieri il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Si trovava all’interno di una struttura sanitaria dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche pic.twitter.com/4oO4xNCIjf
— Arma dei Carabinieri (@_Carabinieri_) January 16, 2023
Messina Denaro era latitante dall’estate del 1993
Messina Denaro era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa.
Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.
Era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato
Matteo Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, di cui ricorrevano i trent’anni dall’arresto compiuto sempre dal Ros, sfuggito alla cattura per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.