Mario Turco, senatore e vicepresidente del M5S, come giudica il comportamento del governo sul caro-benzina?
“La decisione di non prorogare lo sconto sulle accise rappresenta un disastro sotto almeno cinque punti di vista. Primo: causa un aumento del prezzo della benzina che impatta su tutti i cittadini. Secondo: produce ulteriore inflazione delle merci trasportate, in primis i generi alimentari, consegnando l’Italia al record di inflazione europea. Terzo: contraddice gli storici proclami del premier Meloni e di tutto il centrodestra sul taglio delle accise e sconfessa lo stesso programma elettorale di Fdi. Quarto: il Governo ha gridato allo speculatore, per poi ammettere che l’aumento del prezzo della benzina era colpa solo dell’Esecutivo stesso e della mancata conferma degli sconti. Nel frattempo la maldestra accusa ha innescato uno sciopero dei benzinai, ora congelato dopo il precipitoso incontro a Palazzo Chigi. Quinto: La Meloni e il ministro Giorgetti hanno piegato alla loro propaganda, contro le presunte speculazioni, istituzioni dello Stato come Gdf e Antitrust, usate meschinamente per provare a coprire il loro macroscopico errore”.
Tutti i nostri interventi, ha detto la premier, sono stati fatti per calmierare l’inflazione.
“È stato fatto esattamente il contrario. Con la Legge di bilancio sono state falcidiate le rivalutazioni delle pensioni medie, quelle a partire da 1.600-1.700 euro al mese, certo non trattamenti da nababbo, facendo cassa per 6 miliardi in due anni; è stato concesso un solo punticino aggiuntivo di taglio del cuneo fiscale e solo per i redditi fino a 25mila euro lordi l’anno, con un beneficio mensile che va dai 6 ai 10 euro in più; sono stati stanziati 21 miliardi in deficit, di cui però solo 11 di vero scostamento, visto che il resto è un’eredità del Governo Draghi, per far fronte al caro bollette per i soli primi tre mesi di quest’anno”. “I salari”- ha dichiarato sempre la premier – sono una nostra priorità e abbiamo già iniziato: con i soldi” che sarebbero serviti per “tagliare le accise per 4 mesi abbiamo tagliato di un ulteriore punto le tasse sul lavoro per un intero anno. Parliamo di un minitaglio, ripeto, al massimo da 10 euro al mese, totalmente inservibile in un momento di inflazione con costi in aumento per 3 o 4 mila euro l’anno a famiglia. Durante l’iter della Legge di bilancio, con un emendamento del presidente Giuseppe Conte, avevamo proposto un taglio del cuneo fiscale di 4 punti, altro che uno, da finanziarie con un contributo sugli extraprofitti incassati dalle società farmaceutiche e assicurative. Il Governo ha deciso di voltarsi da un’altra parte”.
È finita la luna di miele tra Meloni e gli italiani?
“A noi preoccupa solo lo scollamento di questa politica economica, anzi di questa latitanza di politica economica, con le esigenze di sviluppo sostenibile e inclusivo del Paese. Sviluppo che era stato virtuosamente innescato dalle politiche espansive del Governo Conte II che hanno prodotto una crescita record del Pil 2021 del +6,7% e un effetto trascinamento sul 2022, con una crescita avviata verso un +4%. Mentre la previsione di crescita 2023 è di appena il +0,6%, se tutto andrà bene”.
Ma anche in maggioranza si percepiscono crepe.
“Penso che queste crepe siano ormai diventate spaccature, dopo il detonatore rappresentato dalla sciagurata decisione sulle accise. Sulle pensioni minime Forza Italia ha contestato apertamente il quasi nulla nella legge di Bilancio; sul gas il Governatore leghista Zaia si è detto contrario alla riapertura selvaggia delle trivellazioni in Adriatico. Su questo nella mia regione, la Puglia, come M5S stiamo depositando in tutti i Comuni mozioni anti trivelle; sull’autonomia regionale esponenti di FdI, almeno sulla carta, hanno preso posizione contro il disegno spacca-Italia portato avanti dalla Lega”.
Rimanendo sul tema dei bassi salari, l’esecutivo non vuol sentir parlare di legge sul salario minimo.
“Non vogliono sentir parlare di salario minimo, hanno gettato le premesse per lo smantellamento del Reddito di cittadinanza, hanno rispolverato un massiccio utilizzo dei voucher, intendono depotenziare il Decreto dignità. Ne risulta appunto un disegno di precarizzazione selvaggia del lavoro, all’interno del quale tutti devono piegarsi a fare un qualsiasi lavoro, anche con paghe da fame. Stiamo scivolando verso una drammatica violazione dell’articolo 36 della Costituzione, secondo il quale il lavoratore ha diritto a una retribuzione sufficiente a garantire a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
La produzione industriale a novembre, secondo i dati Istat, è scesa su base annua del 3,7%.
“Noi oggi abbiamo ancora una guerra in corso, la conseguente crisi energetica, un’inflazione galoppante, un quadro geopolitico mondiale non stabile, interruzioni ancora gravi su alcune catene di fornitura. Tutto ciò dovrebbe essere affrontato da una politica economica in grado di contrastare un ciclo negativo. L’attuale Governo, lo ripeto, non ha invece una politica economica, come dimostra una Manovra che si arrende a consegnare il Paese alla stagnazione”.
Il decreto Aiuti quater depotenzia il Superbonus.
“Rispetto alla spesa per investimenti legata all’agevolazione, arrivata ora a 62 miliardi di euro, la Fondazione dei dottori commercialisti e l’Ance hanno stimato un ritorno per lo Stato di solo gettito fiscale tra il 43 e il 47%, mentre il Censis si è spinto a stimare un ritorno di solo gettito fiscale fino al 70%. Secondo Nomisma l’effetto moltiplicatore sull’economia è triplo, cioè un euro speso per il Superbonus è in grado di produrre 3 euro di effetto benefico sull’economia tra gettito fiscale, nascita di nuove imprese, posti di lavoro, consumi, efficientamento energetico, aumento del valore degli immobili ristrutturati, qualità dell’abitare. Folle depotenziare questa misura per un mero approccio contabile del Mef”.
E dà il via nuove trivellazioni.
“Gli stessi rappresentanti del Governo ammettono che con la misura del Dl aiuti quater si potrebbero garantire al massimo fino a 15 miliardi di metri cubi di gas nei prossimi 10 anni, mentre il fabbisogno di gas in Italia in un solo anno è di 76 miliardi di metri cubi. Inoltre gli studi più accreditati stimano che in Italia ci sono riserve per 110 miliardi di metri cubi di gas, di cui solo 45 miliardi di metri cubi estraibili. è un’assurdità non solo ecologica, quindi, ma anche economica”.