I sindacati di categoria dei benzinai sono stati convocati dal governo, domani mattina a Palazzo Chigi, per discutere degli aumenti dei prezzi dei carburanti. Oggi i benzinai hanno proclamato due giorni di sciopero per il 25 e 26 gennaio, in protesta alle polemiche degli ultimi giorni sulla categoria.
Il Governo ha convocato per domani a Palazzo Chigi una riunione con i sindacati dei benzinai dopo l’annuncio dello sciopero
“Domani alle 11.30 il Governo – ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano -, con i ministri Giorgetti e Urso, incontrerà i sindacati del settore dei carburanti per ascoltare le loro ragioni e confrontarle con le misure che intendiamo adottare”.
Mantovano, parlando dello sciopero dei benzinai e delle misure adottate dal governo contro il caro-benziina, ha sottolineato che “non sono misure penalizzanti per il settore, ma servono soltanto a dissuadere i furbi e coloro che vogliono approfittare della speculazione”.
Mantovano: “Si tratta di tutelare i consumatori e gli operatori che non approfittano della situazione”
“Non esiste – ha detto il sottosegretario – che nella stessa giornata il carburante costi 1,8 euro a una pompa e 2,5 in un’altra. Si tratta di tutelare i consumatori e gli operatori che non approfittano della situazione”.
Il presidente di Assopetroli-Assoenergia, Andrea Rossetti, in una lettera dà sostegno alle organizzazioni sindacali dei benzinai “in merito alle ragioni che vi hanno determinato a indire lo stato di agitazione per le giornate del 25 e del 26 gennaio”.
“Il disagio che esprimete pubblicamente è condiviso dall’intera nostra categoria”, scrive Rossetti indirizzando la lettera ai presidenti di Figisc, Faiub e Fegica. “I fatti degli ultimi giorni, le molte improvvide esternazioni di autorevoli esponenti politici e di Governo, a seguito della mancata proroga dello sconto accise, hanno destato in tutti noi viva preoccupazione”, aggiunge Rossetti.
Assopetroli-Assoenergia parla di “un’aggressiva campagna di falsificazione e delegittimazione”
“Un’aggressiva campagna di falsificazione e delegittimazione ha additato il settore distributivo quale responsabile del ‘caro benzina’ che è tornato a mordere le tasche dei consumatori e a monopolizzare il dibattito pubblico – scrive Rossetti – Sebbene fosse lampante dall’inizio che l’unico responsabile dell’improvviso aumento dei prezzi fosse il fisco. Ma anziché assumersi la responsabilità di aver azzerato lo sconto accise, scelta legittima e difendibile per ragioni di finanza pubblica, il Governo ha inizialmente puntato il dito contro i benzinai e la fantomatica speculazione dei distributori”.
“Si è instaurato un clima deprecabile – prosegue la lettera – col corollario minaccioso di Authority, Procure e Guardia di Finanza sguinzagliate a caccia degli untori. Una brutta pagina di cronaca da cancellare e riscrivere rapidamente”.
“Nel condividere con voi i sentimenti di frustrazione, rabbia e amarezza per quanto abbiamo visto accadere, desidero esprimervi la nostra incondizionata solidarietà” prosegue Rossetti auspicando “che la sollecitazione corale che tutte le rappresentanze del settore stanno facendo pervenire al Governo inducano l’apertura di un confronto urgente sull’emanando Decreto legge. E che ciò – conclude il presidente di Assopetroli-Assoenergia – sia il preludio alla riapertura di un tavolo progettuale, di legislatura, sul futuro del downstream petrolifero che, proprio in questi frangenti, si segnala essenziale e strategico per il Paese”.