A novembre l’occupazione – comunica l’Istat – torna a diminuire per effetto del calo dei dipendenti permanenti. Orfeo Mazzella, capogruppo M5S in commissione Lavoro-Sanità del Senato, il nostro mercato del lavoro si conferma dominato dal lavoro a termine che è in ultima analisi più precario e meno tutelato?
“Questo è, purtroppo, il quadro che ci restituiscono i dati di ieri. Dopo la sospensione del decreto Dignità a causa della pandemia, la crescita dell’occupazione precaria è stata una costante. A ciò, ora si somma l’aumento degli inattivi. In tale contesto, il Governo si appresta a cancellare il provvedimento varato nel 2018 su input del M5S, circostanza che fa il paio con la liberalizzazione dei voucher inserita in Manovra. Un mix esplosivo che farà aumentare ancora di più la precarietà e lo sfruttamento”.
Il tasso di occupazione scende, quello di disoccupazione è stabile. Alla luce di questi numeri la stretta per i percettori del Reddito di cittadinanza considerati occupabili come si deve valutare? Che possibilità hanno queste persone di trovare lavoro entro sette mesi?
“Molto scarse. Questo non lo dico io, ma i dati: il 70,8% dei percettori di Rdc ‘occupabili’ ha un titolo di studio che non supera la terza media, circa 190mila sono over 50. È velleitario pensare che trovino un impiego con 6 mesi di non meglio precisata formazione. La verità vera è che il Governo ha fatto un’operazione propagandistica sulla pelle dei più deboli. Il tutto mentre la Germania ha varato una riforma dello strumento di contrasto alla povertà, con meno vincoli e meno sanzioni e molto simile al nostro Rdc”.
Togliere il sussidio agli occupabili a luglio significa renderli disponibili per i lavori stagionali?
“Dire che non si trovano gli stagionali per colpa del Rdc è un’altra fantasticheria della Destra, anch’essa smentita dai dati. Nel 2018, quando tale misura non esisteva, furono assunti circa 655mila stagionali; lo scorso anno sono stati 924mila e quest’anno, fino ad agosto, risultavano 821mila. Semmai, il tema sono le condizioni di lavoro di queste persone, ma figurarsi se ciò interessa a questa maggioranza”.
La premier ha detto che lo Stato non può pagare chi aspetta il lavoro dei sogni. E il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha detto che un laureato deve pure accettare di fare il lavapiatti.
“Quando ho sentito quella frase mi è tornata in mente la famosa scena de ‘Il marchese del Grillo’ con il compianto Alberto Sordi. Meloni, cresciuta a pane e politica, auto-definitasi un underdog, oggi dice ai giovani che non devono fare troppo gli schizzinosi. Ho l’impressione che lei e Durigon sognino una sorta di ‘gavetta per sempre’, con lavoratrici e lavoratori sottopagati a vita”.
Il governo interverrà con un decreto su quelle che sono le condizioni per gestire le politiche attive. C’è da fidarsi?
“Sulle politiche attive parlano i fatti. Per questo ambito, con i Governi guidati dal presidente Conte sono state stanziate risorse senza precedenti: 1 miliardo di euro nel 2019 e altri 5 miliardi con il Pnrr. Risultato? Le Regioni, 14 delle quali guidate dalla destra, hanno assunto in 4 anni solo un terzo degli 11.600 nuovi operatori dei Centri per l’impiego previsti dal Piano varato con la legge istitutiva del Rdc. Non servono altre norme, occorre che i governatori si mettano a lavorare pancia a terra come non hanno fatto finora”.
“La maxi inflazione erode i salari di milioni di italiani. Il governo è ben consapevole della grave situazione relativa ai contratti di lavoro scaduti e intende intervenire per rimediare a una situazione insostenibile”, ha dichiarato Maria Teresa Bellucci, viceministra al Lavoro. Non considera l’affermazione ipocrita rispetto a un esecutivo che non vuol sentir parlare di salario minimo?
“Lo è. Alla luce delle scelte finora assunte, mi sfugge come Meloni & Co. intendano rimediare a tale situazione. Riaumentando il costo della benzina? Precarizzando ulteriormente il mercato del lavoro? Anche qui, siamo di fronte ad una sterile propaganda. Questo è il Governo del giorno dopo, che si accorge dei problemi solo quando sono già scoppiati o, peggio ancora, ne è la causa. Sui salari, il M5S ha fatto più d’una proposta, come per esempio la detassazione degli incrementi retributivi dei Ccnl. Ma abbiamo trovato la ferrea opposizione di una maggioranza la cui miopia e ottusità non hanno limiti”.