Paolo Calissano è l’attore morto alla fine del 2021. A distanza di un anno, parla il fratello per allontanare ogni accusa di tossicodipendenza che per anni ha tormentato l’attore. L’obiettivo di Paolo era il diritto all’oblio che però non ha mai ottenuto riguardo a un episodio in particolare del suo passato.
Paolo Calissano, il fratello è convinto che l’attore si sia suicidato
Paolo Calissano si è fatto conoscere nel mondo dello spettacolo ma soprattutto delle fiction per le sue interpretazioni in La dottoressa Giò, General Hospital, Vivere e film come Palermo Milano solo andata e Cucciolo. Purtroppo, da circa un anno Calissano non c’è più. Il suo corpo senza vita venne ritrovato il 29 dicembre 2021 dalla sua ex compagna Fabiola Palese.
Paolo Calissano era tormentato da un evento tragico che l’ha coinvolto. Nei primi anni duemila, nel suo appartamento di Genova, fu ritrovata una sua amica morta per droga. Da allora le accuse di tossicodipendenze l’hanno perseguitato, come ha sottolineato il fratello, Roberto Calissano. “Non riusciva a lavorare. Aveva scritto tre sceneggiature (…) I suoi limiti L’ingenuità, un eccesso di fiducia nel prossimo. Forse anche un po’ di permalosità”. Il passato e le accuse gli impedivano di lavorare e stare sereno con se stesso: “Aspirava al diritto all’oblio. Invece i motori di ricerca continuavano a risputare fuori quell’episodio legato al consumo di stupefacenti. Non riusciva a liberarsene. Lavorare era diventato impossibile. Perciò almeno oggi, dopo la sua morte, vorrei che fosse fatta un’operazione verità nei suoi confronti”.
Il racconto a distanza di un anno dalla tragedia
A distanza di un anno il fratello di Paolo, Roberto ha parlato in una lunga intervista al Corriere della Sera per scacciare ogni dubbio sulle accuse di tossico dipendenza rivolte al fratello. “Vorrei liberare la memoria di Paolo dallo stigma della tossicodipendenza”, ha dichiarati Roberto. Poi, il ricordo dell’ultima telefonata tra i due: “Il 19 dicembre. Era giù. Non gli feci abbastanza domande, forse. Tutto rimase nella sfera del non detto”.
“Il pm che ha indagato per undici mesi sulla sua morte aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi” continua Calissano: “Quella sera Paolo accettò il rischio di morire, molto probabilmente“. Dunque sul suicidio del fratello, risponde così: “Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo”.
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