Qatargate, l’avvocato di Eva Kaili si batte in aula per l’innocenza della sua assistita che si trova in carcere da 11 giorni. L’ex europarlamentare greca non parla in aula ma durante l’interrogatorio ha difeso e giustificato i suoi viaggi in Qatar.
Qatargate, l’avvocato di Eva Kaili dichiara l’innocenza della sua assistita
Il legale dell’europarlamentare greca, Eva Kaili, Mihalis Dimitrakopoulos, ha dichiarato l‘innocenza della sua assistita uscendo dall’udienza di convalida della carcerazione presso il Tribunale di giustizia di Bruxelles. “Abbiamo preso l’impegno di non parlare troppo perché l’inchiesta è seria. Vi dico che la signora Kaili è innocente e non è mai stata corrotta”. Dimitrakopoulos, assicura di “avere argomenti legali molto forti” per garantirle la sua libertà.
Il Parlamento europeo una decina di giorni fa aveva approvato la destituzione dalla carica di vicepresidente della stessa camera dell’eurodeputata greca, Eva Kaili, coinvolta nello scandalo delle tangenti pagate dal Qatar per influenzare la politica comunitaria. L’ex europarlamentare è ormai detenuta da 11 giorni nel nuovo carcere di Haren, alla periferia nord-orientale della capitale belga.
Chiede la sorveglianza elettronica
“Sta partecipando attivamente all’inchiesta e noi rigettiamo tutte le accuse. Abbiamo chiesto la scarcerazione con il braccialetto elettronico, ha una figlia da cui tornare, non vuole scappare”, ha spiegato l’avvocato greco Dimitrakopoulos. “Non abbiamo mai visto una fuga di notizie di questa portata con la violenza del segreto istruttorio, mettendo a rischio il diritto alla difesa”. Così gli avvocati dell’ex vice presidente del Parlamento europeo, al termine dell’udienza: “La procura federale ha aperto un’inchiesta”, ha aggiunto.
Intanto, durante l’interrogatorio la Kaili si difende. “Mi occupavo della liberalizzazione dei visti per l’Ue da alcuni Paesi del Medio Oriente. Il Kuwait, il Qatar e l’Oman erano considerati la priorità, non solo perché sono fornitori di gas, ma anche perché rispettavano le condizioni necessarie più degli altri. Anche la Commissione faceva molta pressione su questo e anche io ero d’accordo. La decisione sarebbe stata presa verso la fine di novembre. Questo periodo coincideva con delle discussioni molto intense sui diritti dell’uomo e del lavoro. Io credo che sia per questo che si confondono la missione di Panzeri, orientata sui diritti dell’uomo, e la mia che era orientata sui visti e l’energia”.