La Procura di Roma indaga su episodi di corruzione al Tar del Lazio che non si limitano a sentenze pilotate ma riguardano anche i fondi del Pnrr. Le forze dell’ordine hanno arrestato due avvocati mentre un magistrato non potrà esercitare la professione per 12 mesi.
Corruzione al Tar del Lazio. Nel mirino fondi del Pnrr e sentenze pilotate
Il Tar del Lazio è finito nel mirino della Procura di Roma e dei carabinieri per corruzione. Nell’ambito delle indagini, due avvocati amministrativi sono stati posti agli arresti domiciliari mentre un magistrato ha ricevuto una sospensione per un anno. Gli indagati sono accusati di corruzione in atti giudiziari, comprovata da intercettazioni telefoniche.
Le misure cautelari condotte dalle forze dell’ordine romane sono state ordinate dal gip Roberta Conforti. In particolare, l’inchiesta ha spinto il gip a emanare un’ordinanza per i reati di “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e di corruzione in atti giudiziari” a seguito di “intercettazioni telefoniche e ambientali nonché analisi documentali” che “sono la provvisoria probatoria su cui si fonda il provvedimento cautelare emanato nella fase delle indagini preliminari”. È quanto si legge in una nota ufficiale diramata dalla procura.
Due avvocati agli arresti domiciliari, sospeso un magistrato
Ai domiciliari si trovano gli avvocati Federico Tedeschini e Pierfrancesco Sicco. Il magistrato Gianmaria Covino, invece, è stato sospeso dalla professione per 12 mesi. Si indaga, inoltre, anche sulla commissaria ad acta per il servizio idrico presso la provincia di Imperia, Gaia Ceccucci, alla quale i giudici imputano di aver violato i suoi “doveri di imparzialità conferendo incarichi di consulenza allo studio Tedeschini, dividendo i profitti con il collega Covino”. Anche nel caso della Ceccucci, il gip ha ordinato la sospensione per un anno dall’esercizio del pubblico ufficio.
Oltre alle sentenze pilotate, agli indagati è stato contestato anche di essere intervenuto per favorire la nomina ai vertici delle strutture per la realizzazione del Pnrr. Per questo motivo, il giudice Maria Silvestro Russo, presidente della III sezione del Tar del Lazio, è sotto inchiesta e sospeso. Deve, inoltre, rispondere all’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
Le carte pubbliche sull’accaduto, intanto, sembrano dimostrare il rapporto esistente tra il magistrato del tar del Lazio e l’avvocato Tedeschini. Sulla base delle ricostruzioni formulate da procura e carabinieri, infatti, pare che Russo “in un momento di delusione e frustrazione per il mancato avanzamento di carriera all’interno della giustizia amministrativa”, si sia rivolto all’avvocato per chiedere il suo aiuto non in termini di assistenza legale bensì di “raccomandazioni e potere di influenza”. L’avvocato, infatti, aveva “plurimi contenziosi di interesse pendenti innanzi al Consigli di Stato”.