Lo scandalo della famiglia Soumahoro sembra ingigantirsi giorno dopo giorno. Nel mirino sono finite le coop con cui Maria Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo gestivano centri per migranti, partendo dalla cooperativa Karibu.
Davanti al gip Giuseppe Molfese la suocera e il cognato del deputato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, a parlare è stata invece Liliane Murekatete, presentatasi al palazzo di giustizia vestita di tutto punto con un cappotto cammello, stivali Burberry e capellino di Prima Classe.
“Abbiamo depositato documenti. La mia cliente respinge tutte le accuse”, ha dichiarato l’avvocato Lorenzo Borrè, noto per essere stato il difensore di Erich Priebke. Accanto a lui, in silenzio, la moglie di Soumahoro, che non ha voluto dire nulla sullo stato in cui i migranti sarebbero stati costretti a vivere nei centri gestiti dalla sua coop.
“Verificheremo le dichiarazioni rilasciate da alcuni ospiti”, si è limitato a dire l’avvocato, preannunciando che ha presentato ricorso sia contro la misura interdittiva applicata a Murekatete che contro il sequestro del denaro. Inoltre ha annunciato di aver “presentato della documentazione che riteniamo adatta a riqualificare le contestazioni mosse a Murekatete”.
Aboubakar Soumahoro a rischio espulsione dal partito
Ma in casa Soumahoro non se la passa bene neanche il deputato eletto con Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar, che dice di “aver appreso con stupore la notizia” di eventuali provvedimenti nei suoi confronti da alcuni organi di stampa.