Il terremoto causato dall’indagine di Bruxelles sulle mazzette inviate dal Qatar al Parlamento europeo ha travolto pure l’ex eurodeputato dem Antonio Panzeri. Il politico, insieme a moglie e figlia coinvolte nei traffici illeciti, ha beneficiato dei “doni” ricevuto, concedendosi una vacanza da 100 mila euro.
Vacanze da 100 mila euro per Antonio Panzeri
Anche l’ex eurodeputato Antonio Panzeri è tra gli arrestati nell’indagine di Bruxelles sulle mazzette inviate dal Qatar al Parlamento europeo. Il politico, che è uno dei quattro italiani coinvolti nel reato, avrebbe usato “metodi ingegnosi e spesso scorretti per raggiungere i suoi scopi”, stando a quanto si legge nell’atto recapitato alla moglie di Panzeri, Maria Colleoni. La donna è stata posta in stato di fermo insieme alla figlia Silvia Panzeri mentre si trovava nella loro casa di Calusco D’Adda, località situata in provincia di Bergamo. Il mandato di arresto europeo emanato contro moglie e figlia di Panzeri si incentra sull’accusa di concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. Inoltre, per quanto riguarda la famiglia dell’eurodeputato, nella sommaria descrizione dei fatti sinora diffusa, è spuntata una costosissima vacanza da “100 mila euro”.
Per quanto riguarda le due donne, a seguito dell’inchiesta per sospetta corruzione del Parlamento Ue aperta dalla Procura di Bruxelles nella giornata di venerdì 9 dicembre, la Corte d’Appello di Brescia ha convalidato l’arresto. Colleoni e la figlia Silvia sono state poste agli arresti domiciliari. La decisione è stata presa dal giudice Anna Dalla Libera mentre l’udienza è stata aggiornata al prossimo lunedì 19 dicembre.
A seguito dell’arresto, l’avvocato Angelo De Riso che, insieme al collega Nicola Colli, rappresenta Colleoni e la figlia, ha dichiarato: “Le mie assistite hanno riferito in aula di non essere a conoscenza di quanto viene loro contestato. Siamo soddisfatti e confidiamo che non venga accolta la richiesta di consegna alle autorità del Belgio”, hanno affermato i due legali.
L’ex deputato del Pd arrestato per le mazzette dal Qatar al Parlamento Ue
Per quanto riguarda l’ex europarlamentare del Pd Antonio Panzierli, in uno degli atti dell’indagine di Bruxelles per “corruzione di funzionari e membri degli organi delle Comunità europee e di Stati esteri, riciclaggio e associazione per delinquere”, si legge che il politico “è sospettato di essere intervenuto politicamente con i membri che lavorano al Parlamento Europeo a beneficio di Qatar e Marocco, contro il pagamento”. Il documento, inoltre, specifica che, fino a prova contraria, vige la “presunzione di innocenza”.
Intanto, sulla questione, è intervenuta la commissione di garanzia di Articolo Uno Lombardia che ha sospeso Antonio Panzeri dall’anagrafe degli iscritti. Il partito, inoltre, ha diramato una nota che riporta quanto segue: “Nell’esprimere sconcerto per quanto sta emergendo, Articolo Uno esprime fiducia nell’autorità giudiziaria e auspica che Panzeri possa dimostrare la sua estraneità a una vicenda del tutto incompatibile con la sua storia e il suo impegno politico”.
Nell’ambito dell’indagine, poi, smentendo quanto asserito dai legali, è emerso che la moglie e la figlia di Panzeri sono ritenute “pienamente consapevoli” dell’attività del marito e padre e “persino del trasporto di doni”. Le due vengono più volte citate “nella trascrizione di intercettazioni telefoniche” durante le quali l’ex europarlamentare “ha commentato la consegna dei doni” di cui sarebbe stato “a quanto pare” il beneficiario.
Da Antonio Panzeri a Eva Kaili, la corruzione dilaga all’Europarlamento. Il tweet di Metsola sull’inchiesta
L’arresto dell’eurodeputato Antonio Panzeri e della sua famiglia rappresenta solo uno dei vari capitoli della storia che riguarda l’invio di mazzette all’Europarlamento per influenzare le decisioni sul Qatar. La vicepresidente del Parlamento Ue, la greca Eva Kaili, infatti, è stata sospesa dal suo incarico istituzionale. “Alla luce delle indagini giudiziarie in corso da parte delle autorità belghe, la Presidente Metsola ha deciso di sospendere con effetto immediato tutti i poteri, compiti e le deleghe di Eva Kaili nella sua qualità di vicepresidente del Parlamento europeo”. A riferirlo in via ufficiale è stato il portavoce della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
In considerazione di quanto riferito dal quotidiano belga L’Echo, nel corso delle perquisizioni effettuate dalla polizia giudiziaria presso l’abitazione della vicepresidente dell’Eurocamera, sono stati trovati “sacchi di banconote”. Per questo motivo, quindi, Kaili è stata arrestata nonostante l’immunità parlamentare che decade in caso di flagranza di reato.
Il quotidiano belga, inoltre, ha riportato che anche il padre della vicepresidente sarebbe stato arrestato. Anche in questo caso, l’uomo è stato colto in flagranza di reato.
In merito all’accaduto, la presidente del Parlamento Ue Metsola ha postato un messaggio su Twitter. “Il Parlamento europeo si schiera con fermezza contro la corruzione. In questa fase non possiamo commentare le indagini in corso, se non per confermare che abbiamo collaborato e collaboreremo pienamente con tutte le autorità giudiziarie e di polizia competenti. Faremo tutto il possibile per aiutare il corso della giustizia”, si legge nel tweet.
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