Siamo alle solite: ogni volta che c’è da assumere consulenti e collaboratori negli staff ministeriali, ecco spuntare amici, fedelissimi e, perché, no trombati con cui i vari titolari dei dicasteri amano circondarsi.
Ogni volta che c’è da assumere consulenti e collaboratori negli staff ministeriali, ecco spuntare amici e fedelissimi
Un esempio su tutti? Matteo Pandini, nominato responsabile dell’ufficio stampa del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Tra i due, però, non c’è solo la vicinanza del nome. Ma molto di più. Redattore anni fa di Libero e soprattutto autore di Secondo Matteo, la biografia di Salvini pubblicata da Rizzoli, Pandini è stato già capo ufficio stampa del ministero dell’Interno ai tempi del Capitano al Viminale. Insomma, una garanzia per Salvini. Tanto più se si considera che prima che la carta stampata diventasse una professione, Pandini era stato consigliere circoscrizionale per il Carroccio a Bergamo.
Ovviamente non c’è da sorprendersi. Prendiamo, tanto per dire, il ministro della Difesa Guido Crosetto. Tra i suoi collaboratori spunta Cristina Cortella che sarà segretaria particolare del ministro. Il compenso, invece, ancora non è noto perché “in corso di definizione”. Ciò che è noto, però, è il curriculum: prima di approdare al ministero la Cortella è stata social media manager del gruppo parlamentare proprio di Fratelli d’Italia. E prima ancora ha curato la comunicazione per una cantante, Emma Re, pseudonimo di Silvia Cortella, verosimilmente la sorella (o una parente).
Ma restiamo nel campo della comunicazione. Già, perché c’è anche chi, provenendo da un altro campo, ha preferito rivolgersi a chi conosce bene, lontano dalla politica. È il caso del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha assunto come portavoce Marina Nalesso, conduttrice del Tg2 proprio sotto la gestione Sangiuliano. Cattolica ultra – scriveva qualche tempo fa di lei Il Foglio – Nalesso si presentava in video con rosari e crocifissi. Una fede che però pare vacilli sulla scienza. Questo è quanto raccontano i suoi colleghi in Rai: “Durante la pandemia ha preso un lungo periodo di ferie. Ha in pratica atteso che i vaccini non fossero obbligatori per tornare al lavoro”.
Non è stato però il solo ingresso nella corte del ministro della Cultura. Altro nome curioso è quello di Beatrice Venezi. Direttrice d’orchestra conosciuta in tutto il mondo e figlia di uno storico dirigente di Forza Nuova, è stata nominata consigliera per la musica. Solo un caso? Chissà. Certo è che la stessa musicista era stata già in campagna elettorale accostata a una candidatura, poi sfumata, con Fratelli d’Italia. Ma d’altronde già quando è nato il governo Meloni ha salutato la notizia con parole di giubilo: “Meloni ha rotto il soffitto di cristallo, è una questione socio culturale che ha a che vedere con la politica nel senso più nobile del termine”.
E ad agosto scorso – è proprio il caso di dirlo – stessa musica: aveva mostrato vicinanza a motti che furono del ventennio: “Mi vergognerei se avessi una madre come la Cirinnà, che pubblica la foto “Dio, Patria e famiglia, che vita di m…”, che invece sono proprio i miei valori”, aveva scritto la figlia del forzanovista Gabriele Venezi, entrando in polemica con l’ex senatrice Pd che aveva portato un cartello contro il motto fascista in piazza.
Ma non è tutto. C’è chi ha fatto ancora meglio. Come il ministro della Transizione ecologica, Gilberto Pichetto Fratin. Chi ritroviamo tra i suoi collaboratori? Roberta Toffanin. Ai più probabilmente non dirà niente ma nella scorsa legislatura è stata senatrice di Forza Italia, oltreché coordinatrice provinciale di Forza Italia a Padova dal 2014. Sarà “esperto economico” per la bellezza di 80mila euro annui.
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