A pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina. Senza voler essere eccessivamente maligni l’influenza che ha costretto a Roma la premier Giorgia Meloni, e ha portato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ad atterrare ad Alicante al posto suo per partecipare al tavolo che ha messo assieme i nove paesi del Mediterraneo, è caduta proprio a fagiolo.
Tajani in Spagna prova a smorzare le polemiche con Parigi e nega che Roma non sia solidale
Il giorno prima del vertice in Spagna tra Italia e Francia era andato in scena infatti un nuovo incidente diplomatico, con Parigi che aveva rimarcato le distanze da Roma sul terreno dell’immigrazione. Meloni così, grazie a una sindrome influenzale di cui non si aveva avuto notizia nelle ore precedenti, ha evitato di incontrare il presidente francese Emmanuel Macron.
Al vertice “non si è parlato di migranti, ma noi abbiamo posto e continueremo a porre in tutte le sedi un problema che è globale, non è una questione di Italia-Francia o Italia-Germania, noi vogliamo che si affronti un tema che può essere risolto soltanto a livello europeo”, dice Tajani. E ancora: in un “rinnovato parternariato” con l’Africa, da sostenere attraverso un nuovo “piano Mattei”, “dovrà trovare spazio un impegno rafforzato volto a fermare i flussi di immigrazione irregolare e a stroncare il traffico di esseri umani, ripristinando canali legali compatibili con la capacità di accoglienza e integrazione dei nostri paesi”.
Il numero uno della Farnesina nega che l’Italia dell’esecutivo di destra-centro manchi di solidarietà. “Ogni nave rappresenta un caso a sé, oggi (ieri, ndr) sono attraccate due navi, non manca dall’Italia una risposta solidale, basta che si rispettino le regole”. All’origine della tensione tra Roma e Parigi c’è, com’è noto, lo scontro sui migranti dei mesi scorsi e la decisione italiana di mantenere il blocco sulle navi Ong.
Per quanto riguarda il capitolo migrazione, il comunicato finale fa riferimento a “solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità come principio guida delle politiche dell’Ue”. E invita a “rafforzare il dialogo sulle questioni migratorie con i nostri partner e rafforzare una cooperazione preventiva e operativa attraverso partenariati globali, su misura e reciprocamente vantaggiosi, garantendo titolarità di tutte le parti, utilizzando in modo coordinato tutti gli strumenti e le politiche disponibili dell’Ue e degli Stati membri, compresa la garanzia di finanziamenti adeguati e il rafforzamento della capacità dei nostri partner di combattere la tratta di esseri umani e la migrazione irregolare. Sottolineiamo – dicono i 9 Paesi – la necessità di sviluppare percorsi legali sostenibili per la migrazione”.
Dai migranti al gas. “Chiediamo la rapida attuazione di un limite di prezzo del gas basato sul mercato in modo temporaneo ed efficace, che garantisca la prevenzione dei prezzi eccessivi dell’energia”. Dall’energia all’Ucraina. “Ribadiamo la nostra determinazione a continuare a fornire un forte sostegno alla resilienza economica, militare, sociale e finanziaria complessiva dell’Ucraina, compresi gli aiuti umanitari”.
Il testo del comunicato finale invita poi, alla luce della diversa situazione economica negli Stati membri, a fare in modo che le nuove regole di bilancio siano “più semplici, favorevoli agli investimenti e basate sulla titolarità nazionale, al fine di rafforzare la sostenibilità di bilancio in modo più efficiente ed efficace”. Ad Alicante infine viene battezzato il primo grande corridoio dell’idrogeno verde, targato Portogallo, Spagna e Francia.