Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, descritta come “La Duce”, è al primo posto nella classifica dei “disrupters” (perturbatori) contenuta nell’ultima edizione di Politico 28, il ranking annuale dei potenti d’Europa stilato dal sito Politico.eu.
L’ultima edizione di “Politico 28” inserisce il premier Giorgia Meloni tra i “disrupters” definendola “La Duce”
Meloni è Davanti a Orbán, Starmer, Melanchon, fino ad arrivare al ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, definito da Politico “the dark diplomat”.
Giorgia Meloni, scrive Politico nel profilo dedicato al premier italiano, “sta facendo ogni sforzo per presentarsi come non minacciosa”. Tuttavia, continua il sito, “dietro una maschera di presentabilità – quando gli eurocrati non la guardano – la premier italiana si scaglia contro gli immigrati, contro la cultura gender e il politicamente corretto, fa risalire l’aborto a una cultura di morte, lancia invettive contro l’islamizzazione dell’Europa e definisce ‘barbari’ i sostenitori del Black Lives Matter”.
Nella lista, oltre la Meloni, compaiano anche altri leader di rilievo, come la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, l’ambasciatrice Usa presso la Nato, Julianne Smith, il Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton e l’ambasciatore ucraino a Bruxelles, Vsevolod Chentsov. Il presidente russo, Vladimir Putin, definito “The loser”, il perdente.
Al primo posto dei “doers”, cioè i politici che secondo Politico “fanno”, c’è Marine Le Pen, “la veterana”, il ministro degli Esteri tedesco, Robert Haebeck, definito “il vero cancelliere”. Tra i “dreamers”, come “autentica leader”, la premier finlandese, Sanna Marin.
Al primo posto della classifica Politico 28 spicca il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, definito “The european”, l’Europeo. L’Europa, scrive Politico, “sta rivalutando le proprie relazioni strategiche, facendo sul serio in difesa, ripensando le politiche su commercio, adesione e sicurezza energetica. In generale, sta ripensando a cosa significa essere europei, e questo è in gran parte dovuto al comico diventato presidente dell’Ucraina”.