Dopo nove mesi di conflitto, per l’Italia nulla è cambiato. Malgrado l’avvento a Palazzo Chigi del premier Giorgia Meloni è ormai chiaro che la linea bellicista già seguita dal governo di Mario Draghi sarà confermata in toto, come emerso dal voto della Camera di ieri con cui è stata approvata la mozione unitaria del Centrodestra che impegna il Governo a supportare la resistenza di Volodymyr Zelensky per tutto il 2023.
Passa alla Camera la mozione delle destre che rinnova gli aiuti militari all’Ucraina per tutto il 2023. Uno schiaffo del Governo e del Pd ai centomila italiani scesi in piazza per la pace
Via libera anche alle mozioni presentate dal Partito democratico e dal Terzo polo, su cui l’Esecutivo aveva deciso di lasciare la parola all’Aula, mentre è stata respinta quella del Movimento 5 Stelle con ben 193 no, 46 sì e 75 astenuti.
Sostanzialmente il testo delle destre impegna il governo “a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina” oltreché “ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2% del Pil entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio”.
Si tratta di una linea in netto contrasto con quella del Movimento 5 Stelle che, come precisato da Giuseppe Conte, da un lato chiede che “l’Italia sulla crisi ucraina svolga un vero ruolo da protagonista promuovendo una conferenza di pace” e dall’altro sperava che “se il governo vuole perorare una linea guerrafondaia di armi a oltranza e zero negoziati allora dovrebbe venire in Aula a dirlo, mettendoci la faccia davanti agli italiani e facendo votare il Parlamento”.
Ma le cose non sono andate affatto come sperava il leader pentastellato che così si è tolto i sassolini dalle scarpe sottolineando, durante il proprio intervento alla Camera, che “il governo ha proposto una manovra economica agli italiani nel segno dell’austerità, una manovrina che dimentica i cittadini, con tagli per oltre 6 miliardi alle rivalutazione delle pensioni, taglio agli aiuti sul caro benzina, taglio al Reddito di cittadinanza, un piano chiusura per alcuni edifici scolastici, poi non potevo credere ai miei occhi che l’emergenza del governo Meloni è accelerare sulle spese militari”.
Del resto ci troviamo in una situazione eccezionale per la quale bisogna muoversi con grande attenzione, centellinando i pochi denari in cassa, e per questo, prosegue il leader pentastellato: “Per noi l’emergenza non è liberare risorse da spendere sulle armi, per noi l’emergenza è liberare risorse sugli investimenti sull’ambiente, per le politiche del lavoro, per la crisi economica e sociale”.
Evidentemente, conclude con amarezza Conte, “questo governo non ha occhi per guardare le vere emergenze del Paese, li chiude davanti a chi è in povertà assoluta, ma ha orecchie ben pronte per raccogliere le istanze delle potenti lobby delle armi”.
Crosetto: “Il governo sta dando esecuzione a 5 decreti presi da un precedente governo”
Parole che hanno subito infiammato l’Aula con letteralmente l’intero arco parlamentare che si è schierato compatto contro il Movimento 5 Stelle. Tra i più duri, in quello che appare ormai un confronto aperto che va avanti da settimane, c’è senza dubbio il ministro della Difesa, Guido Crosetto: “Il governo, in particolare il Ministero della Difesa, sta dando esecuzione a 5 decreti presi da un precedente governo il cui principale esponente e partito era il Movimento 5 Stelle di Conte.