Preparatevi perché la corsa del cosiddetto Terzo polo in Lombardia sarà uno spasso. Prima c’è stato l’acquisto del consigliere leghista Gianmarco Senna, amico e sodale di Salvini ora illuminato sulla strada verso Letizia Moratti.
Un passaggio che, ovviamente, Renzi e Calenda hanno salutato con grande entusiasmo fingendo di non sapere (oppure non sapendo, che sarebbe ancora peggio) che Senna è lo stesso che 5 anni fa rilasciava interviste in cui ci spiegava “che lo stato nazione è finito, non ha futuro, la nazione è la conseguenza dello stato istituzione moderno ormai superato in ottica di un federalismo italiano ed europeo”, che Roma è “l’artefice storico dei mali del paese” e che l’Europa è “un nemico ancora peggiore”.
Non male per un partito che vorrebbe essere il più europeista di tutti. Nelle ultime ore, con la presentazione della candidatura della Moratti, abbiamo scoperto che tra i compagni di viaggio di Renzi e Calenda in Lombardia ci saranno il coordinatore lombardo di Grande Nord Davide Boni (ex leghista, ça va sans dire), il fondatore del movimento indipendentista Roberto Bernardelli, ex bossiani come Monica Rizzi, leghisti come Christian Borromini e c’è anche Luca Ferrazzi, già in Alleanza Nazionale.
Tra i futuri candidati in lista per la Moratti in Lombardia c’è anche un grande amico della Russia: Marco Tizzoni
Ma tra i futuri candidati c’è anche un grande amico della Russia: Marco Tizzoni, già esponente “civico” a Rho (fondò la lista Gente di Rho), poi consigliere regionale per la Lista di Roberto Maroni. Durante la cui presidenza il consigliere Tizzoni fu tra i promotori della mozione con cui la Lombardia chiedeva al governo italiano di riconoscere l’annessione (illegale e illegittima) della Crimea alla Russia.
In occasione di un convegno organizzato con l’allora eurodeputato di Forza Italia Stefano Maullu, ora deputato per Fratelli d’Italia, rivendicò la decina di viaggi fatti insieme ad alcuni colleghi per siglari accordi con imprese e università russe. Si dichiarò fermamente contrario alle sanzioni imposte a Mosca (a seguito dell’annessione della Crimea), in nome di “un’amicizia tra i due popoli” e appoggiò l’opinione dell’allora vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala (FI) che vaneggiava di un futuro con “l’Eurasia”.
Facilmente immaginabile lo sgomento tra molti elettori del cosiddetto Terzo polo. Qualcuno fa notare che proprio sulla guerra Calenda sta centrando tutta la sua propaganda politica, a partire dalla sua contromanifestazione organizzata a Milano mentre migliaia di persone scendevano in piazza a Roma. Da parte sua Tizzoni fa sapere di avere cambiato idea (e ci mancherebbe) e che in occasione di quella famosa mozione non è “mai intervenuto in Aula” (come se firmarla non fosse un atto politico già considerevole).
Tra i dirigenti del sedicente Terzo polo provano a far notare che “il sostegno è a Letizia Moratti, non alle liste che comporrà” (non male come unghie sui vetri). Calenda e Renzi per ora tacciono, impegnati a scovare i filoputiniani nei partiti degli altri.
Ma forse non si devono preoccupare troppo: se sono riusciti a far passare per competente Letizia Moratti dopo i disastri al Comune di Milano e da ministra all’Istruzione, se sono riusciti a convincere i loro iscritti che Letizia sia addirittura quasi di sinistra, alla fine potranno anche dire senza vergogna che Tizzoni è sempre stato l’amico di cuore di Volodymyr Zelensky.