Matteo Renzi fa coming out e apre ufficialmente a Giorgia Meloni. Contestualmente all’arrivo della manovra di bilancio alla Camera, il leader di Italia Viva ha rilasciato un’intervista a Libero – quotidiano bandiera del Centrodestra – con ha quale ha deciso di tendere la mano al presidente del Consiglio.
Renzi tende la mano a Meloni su reddito di cittadinanza, giustizia ed elezione diretta del premier
“Siamo pronti a lavorare assieme al Centrodestra. Non saremo la stampella del Governo, ma scendere in piazza non serve. Su reddito di cittadinanza, giustizia ed elezione diretta del premier possiamo collaborare”. Così l’ex premier Renzi in occasione della sua intervista a Libero.
“Io non credo nella protesta, ma nelle proposte. Il Pd e i Cinque Stelle andranno in piazza a difendere il reddito di cittadinanza, mentre noi del terzo polo abbiamo presentato una contromanovra che difende il tavolo e i conti pubblici. Carlo Calenda, con una delegazione di Azione e Italia Viva, la illustrerà a Giorgia Meloni: nessun inciucio, ma noi siamo all’opposizione del Governo non del Paese. Proviamo a dare una mano, mi sembra che la presidente ne abbia bisogno”.
Dopo Calenda, anche il leader di Ibv è pronto a collaborare con il Governo
La posizione di Renzi ricalca quella già espressa da Calenda, volto di Azione-Italia Viva, che, dopo aver affermato che Meloni “va aiutata” e aver chiesto un confronto, incontrerà il premier a Palazzo Chigi nella giornata di martedì 29 novembre.
Prima dell’intervista a Libero, Renzi aveva detto: “Proporremo il Family Act, le misure per le imprese”. Inoltre, aveva negato che il colloquio tra Calenda e Meloni si sarebbe tradotto nell’inaugurazione formare di un asse con il Centrodestra. “Io sono quello che i governi li fa cadere. Io non faccio inciuci. Ma so che nel 2025 alle Europee questo governo rischierà di andare a casa. Lì saremo pronti. Nel 2024 siamo primo partito, scommettiamo?”, aveva anche detto il leader di Iv. Il medesimo concetto, del resto, è stato ribadito anche durante l’intervista. In questo contesto, infatti, ha dichiarato: “Il nostro orizzonte sono le elezioni europee del 2024: puntiamo ad andare ben oltre la doppia cifra e a parlare sia ai liberali che non vogliono morire sovranisti, in compagnia di Orban e Le Pen, sia ai riformisti che non vogliono morire populisti. Il nostro modello è quello di Renew Europe. Quanto al Pd, è in una crisi da cui difficilmente si riprenderà: può solo ringraziare le scelte masochiste di Letta e dei suoi capi corrente”.