La manovra di Bilancio rischia di agitare le acque nella maggioranza e nell’opposizione. Berlusconi non nasconde la sua insoddisfazione, Salvini ha bisogno di una fetta di protagonismo per non farsi sfilare il partito. Mentre Calenda s’offre a Giorgia Meloni in attesa di ottenere qualcosa in cambio Pd e Movimento 5 Stelle sembrano non trovare intesa nemmeno nel comune disaccordo.
Tutto questo mentre l’Italia si prepara a una stagione caldissima dal punto di vista sociale dopo una manovra che non affronta nessuno dei problemi che si proponeva di risolvere:insorgono i sindacati, alza la voce il mondo della scuola, rimane incagliata l’occupazione e rimangono i salari da fame. Ne abbiamo parlato – di questo e delle prossime elezioni regionali – con Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento 5 Stelle.
Sulla legge di Bilancio si stanno svelando le carte anche della maggioranza. Berlusconi sembra molto scontento, Salvini sembra più interessato a non farsi sfilare il partito. Sarà un percorso accidentato?
“Meloni in campagna elettorale aveva annunciato di essere pronta a governare. Invece si nota un’approssimazione, una superficialità, una confusione non degne di un grande Paese come l’Italia. Gli italiani non meritano questa Manovra lacrime e sangue: tagliano sei miliardi alle pensioni, danno solo 10 euro in più al mese ai lavoratori per una pizza, colpiscono i più deboli, favoriscono evasori e corrotti, non mettono un euro sugli investimenti per far crescere il Paese. Un vero disastro!”.
Intanto Calenda e il Terzo polo s’offrono a Giorgia Meloni e accusano voi e il Pd di non essere “maturi”. Che ne pensa?
“Nessuna sorpresa. Faranno da stampella a questa destra semplicemente perché è la loro indole. E la Meloni li accoglierà a braccia aperte se le mancheranno i numeri, soprattutto al Senato. E’ già tutto scritto”.
A proposito di voi e il Pd. È pensabile che ci saranno due piazze in contrapposizione per protestare contro la manovra?
“Abbiamo già detto che ci opporremo in ogni modo a questa legge di bilancio forte con i deboli e debole con i forti. Il presidente Conte ha chiarito che vuole una piazza aperta, dove società civile, movimenti, partiti e associazionismo possano incontrarsi per dire un no convinto a questa deriva reazionaria che porterà il Paese indietro di 20 anni. L’unità si trova sui contenuti, sui programmi, sulla visione che abbiamo di Paese. E il Movimento è trasparente e deciso sull’indirizzo progressista che il presidente Conte ha dato al nuovo corso”.
Mentre nel Lazio i giochi sembrano fatti in Lombardia sembra ancora aperta la strada per un’alleanza con Majorino, chiesta a gran voce anche da alcuni Dem. Che ne pensa?
“Ancora una volta è il metodo che è sbagliato. Prima si chiede un tavolo per condividere linee programmatiche e progetti, poi si parla di nomi”.
Oggi Bonaccini mette sostanzialmente Terzo polo e M5S sullo stesso piano, dicendo che il Pddeve occuparsi di non farsi logorare da entrambi. Tra l’altro mette tutti nel campo del centrosinistra. Che ne dice?
“Non entro nel dibattito congressuale di un altro partito. Noi andiamo avanti per la nostra strada. Certo che mettere Renzi e Calenda nel campo del centrosinistra dopo che hanno candidato Letizia Moratti in Lombardia, dopo che ruoli chiave di quel partito sono occupati da donne di centrodestra come Gelmini e Carfagna, rende l’idea della confusione che regna da quelle parti. Ma, ripeto, noi continueremo a guardare in casa nostra”.
Come può reagire il Paese a questo attacco alla povertà? Quale ruolo può avere l’opposizione? Come?
“Questa disumana guerra ai poveri va fermata. Un risultato già l’abbiamo ottenuto: la Meloni e i giornali di centrodestra sbandieravano in campagna elettorale la fine del Reddito di Cittadinanza, definito “metadone di Stato”. Di fatto, oggi vengono aggrediti solo i cosiddetti “occupabili”, circa 600mila persone, un terzo della platea dei percettori. Ma presto si renderanno conto che non si può buttare per strada padri di famiglia cinquantenni che hanno perso il lavoro o sessantenni che sono completamente usciti da mercato del lavoro e che sarà difficile formare. Io vedo solo tanta propaganda, nessuno ci ha detto come e dove troveranno lavoro a queste persone”.
Il mondo della Sanità è in fermento per i soldi che mancano nella manovra. Il cosiddetto Terzo polo rilancia l’idea del Mes. Che ne pensa?
“Ancora con il Mes? Se fosse stato per Renzi e Calenda durante la pandemia l’Italia sarebbe finita proprio lì, dove vanno gli Stati falliti a farsi strozzare. Per fortuna il presidente Conte ha lottato in Europa e ha portato a casa 209 miliardi, rilanciando la ripresa del Paese. Non mi sorprende che la Meloni tagli sulla sanità pubblica, è la conseguenza del suo atteggiamento scriteriato nel periodo più buio del Covid”.
Il M5S può diventare un punto di riferimento per la difesa dei diritti che sembrano sotto attacco in questa legislatura?
“Lavoriamo ogni giorno per questo, per difendere i diritti economici e sociali degli italiani che questa destra vorrebbe distruggere. Stanno cercando di smantellare le conquiste sociali del M5S, solo per una posizione ideologica. Faremo le barricate in Parlamento”.
Infine: come legge il fatto che i deputati europei di Fratelli d’Italia e Lega votano contro la risoluzione anti Ungheria, per chiedere di bloccare l’erogazione dei fondi senza miglioramenti effettivi sullo stato di diritto?
“Anche qui non è una novità. Le “amicizie” di Salvini e Meloni con Orban e il Governo polacco sono note a tutti. Il problema è che questa scriteriata convergenza porta danni all’Italia sotto tutti i punti di vista. Questa destra in Europa non tutela l’interesse nazionale, è un dato di fatto.”