Quota 103 per le pensioni e addio al Reddito di cittadinanza dal 2024: con la manovra finanziaria da quasi 35 miliardi di euro, approvata la scorsa notte, il Governo Meloni colpisce al cuore la misura bandiera del Movimento 5 Stelle.
Il Governo Meloni approva la manovra da 35 miliardi
“Sono molto soddisfatta del lavoro fatto, perché non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa scelte politiche” ha esordito Giorgia Meloni, questa mattina, in conferenza stampa, introducendo la manovra approvata in Cdm. Manovra che “ricalca e racconta una visione politica” e che, secondo il presidente del Consiglio, è stata sviluppata guardando al bilancio familiare e partendo da “cose utili e irrinunciabili”.
La legge finanziaria può contare su un budget di 35 miliardi di euro e si focalizza su due nodi cruciali ossia la “crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo” e la “giustizia sociale, vale a dire l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi”.
Eppure, la sensibilità che il Governo Meloni afferma di nutrire nei confronti delle fasce di popolazione meno abbienti stride clamorosamente con la decisione di abolire per tutti il Reddito di cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024. Inoltre, il premier ha dimenticato le necessarie e tanto declamate misure contro il lavoro povero, limitandosi a introdurre soltanto un minimo e irrisorio taglio al cuneo fiscale.
Il nodo del Reddito di cittadinanza
In particolare, per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, Meloni ha sottolineato: “Siamo fedeli ai nostri principi. Si continua a tutelare chi non può lavorare: aggiungiamo anche le donne in gravidanza. Ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno, non potrà essere percepito per più di otto mesi e decade alla prima offerta di lavoro”.
Scagliandosi implicitamente contro il Movimento 5 Stelle e il presidente Giuseppe Conte, il premier ha affermato: “Vedo forze politiche che chiamano la piazza, va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni – e ha aggiunto –. C’è gente che lo prende da tre anni, evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all’infinito. Io credo che lo Stato debba occuparsi di loro e trovare un posto di lavoro”.
Caro energia e carburanti nella manovra del Governo Meloni
E le bollette? Uno dei temi più importanti della manovra riguarda il caro energia. In conferenza stampa, è stato spiegato che la “voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energivore e fino al 35% per le non energivore”.
Meloni, poi, ha precisato che “un’altra scelta riguarda le famiglie. Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie, prima con un ISEE massimo di 12.000 euro che noi portiamo a 15mila euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose e vale 9 miliardi di euro”.
Ancora, sul fronte energia, la manovra prevede la “proroga dell’Iva fino a marzo sul gas, una parte delle risorse è per la ridefinizione della norma degli extraprofitti che supera alcuni elementi di contestazione. Recuperiamo circa 2,5 miliardi e alziamo aliquota da 25% a 35%”.
Sui carburanti, almeno per il mese di dicembre, lo sconto è stato ridimensionato in considerazione del trend in discesa dei prezzi: da 30,5 a 18,3 cent (intervento che non penalizza gli autotrasportatori che godono di altri regimi). Con la manovra, poi, arrivano anche gli aiuti per le Marche colpite dai gravi eventi del maltempo: 400 milioni tra legge di bilancio e decreto allegato.
Le misure a favore delle famiglie
Attenzione alle famiglie e al bilancio familiare nella manovra, ha detto Meloni in conferenza stampa. “I provvedimenti per la famiglia e natalità valgono un miliardo e mezzo di euro, una scelta che non ha molti precedenti. L’assegno unicoviene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose.
L’Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili, vengono confermate le misure per acquisto della prima casa sulle giovani coppie”, ha illustrato il premier. “Sul congedo parentale: io ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizione economiche difficili”, ha spiegato.
Meloni, poi, si è soffermata sulle misure relative all’assegno unico: “Abbiamo reso strutturale la maggiorazione per i figli disabili, una misura che può sembrare scontata ma che non era così perché era transitoria. Credo sia fondamentale mettere in campo aiuti per i bimbi disabili”.
Pensioni e flat tax: cosa prevedere la manovra del Governo Meloni
In materia di pensioni, è stata confermata l’introduzione di Quota 103 ma solo per il 2023, in attesa che il Governo vari una riforma strutturale del sistema pensionistico.
Nel frattempo, Meloni ha spiegato: “Rivaluteremo le pensioni con le minime al 120% ma con un meccanismo di aumento fino a 2.000 euro e poi mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5 mila per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35% – e ha ribadito –. Abbiamo deciso di rivalutare le pensioni minime del 120%, l’aumento maggiore in rapporto all’inflazione lo avranno le pensioni più basse”.
Il presidente del Consiglio ha segnalato che nella manovra sono previste “tre tasse piatte”. A proposito della flat tax, tra le tre misure introdotte, figura quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40 mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora”.
Inoltre, è stato confermato l’aumento della flat tax a 85 mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività a 3 mila euro contro il 10% previsto attualmente”.
Infine, per favorire l’assunzione dei giovani, è stata accolta la richiesta di Forza Italia e sono stati accolti gli incentivi per le aziende che assumono donne under 36 e percettori del Reddito di cittadinanza. Si va anche verso una misura per bloccare l’automatismo che da gennaio farebbe scattare l’aumento delle multe, su cui spingeva il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.