Cambia pelle il Reddito di cittadinanza, per un anno si evita il ritorno alla legge Fornero e si conferma il mini-taglio del cuneo fiscale di Draghi con qualche spicciolo in più per chi guadagna fino a 20 mila euro. Arriva la prima manovra (il Cdm è ancora in corso quando il giornale va in stampa, qui la nota con tutte le misure) del governo Meloni.
Via libera alla decontribuzione ma fino a un massimo di 6mila euro per chi assume lavoratori under 36
La giornata parte in salita con la decisione di preallertare i ministri per un Cdm serale anziché nel pomeriggio come inizialmente previsto. Un passo falso questo considerando che ad accusare Giuseppe Conte da premier di tenere tutti i Cdm in serata (“Col favore delle tenebre”) fosse proprio Giorgia Meloni.
Ad ogni modo per cercare di sbloccare la situazione tra gli alleati divisi su tanto – da come depotenziare il sussidio ai poveri del M5S (con Lega e Forza Italia su posizioni più morbide rispetto a Fratelli d’Italia) all’Iva su pane, pasta e latte (su cui insisteva la Lega) – viene riunito un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi.
Mentre si intensifica da più parti il pressing per orientare le misure del provvedimento. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, chiede risorse aggiuntive per i contratti dei docenti. I partiti della maggioranza insistono con le loro richieste. Confindustria è critica sul cuneo (“Manca un intervento shock da 16 miliardi”). Poi in serata i due vicepremier mostrano soddisfazione. “Andiamo nella direzione giusta per pensioni minime e flat tax”, dice Antonio Tajani (FI).
Il ministro dell’Economia Giorgetti ha definito “coraggiosa” la manovra approvata nel notte dal Governo
“Ci sono le misure chieste dalla Lega”, assicura Matteo Salvini. E il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, definisce la manovra “coraggiosa”. Il taglio del cuneo fiscale sarà di 2 punti (in continuità con quanto previsto dal governo Draghi) per i dipendenti con redditi fino a 35mila euro, e di 3 punti per quelli fino a 20mila euro. I cosiddetti occupabili che percepiscono il Reddito di cittadinanza (una platea di circa 660mila persone) il prossimo anno avranno il sussidio ancora per 8 mesi, che funzioneranno – nelle intenzioni – da ‘cuscinetto’ per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Dopo questi 8 mesi il sussidio sarà solo per gli inabili al lavoro. E dal 2024 partirà una nuova riforma destinata a rivoluzionare il sussidio anche per chi non può lavorare. Addio legge Fornero, la soluzione ‘ponte’ per il 2023 è una quota 41 di contributi ma con il paletto di 62 anni. Nel prossimo anno il governo conta di realizzare un riforma organica. Il pressing di FI ha prodotto l’aumento delle pensioni minime ma non a mille bensì a 600 euro.
Confermato il taglio alle rivalutazioni in base al caro-vita delle pensioni. Arriva poi la decontribuzione per le aziende – anche su questo premeva FI – che assumono under 36 e percettori del Reddito di cittadinanza. Per la flat tax trova spazio il regime forfettario per gli autonomi, con la soglia massima che va da 65mila a 85mila euro. Non sono state trovate le risorse per una flat tax incrementale.
Un “mix di aiuti” per coprire i primi tre mesi del 2023
Un “mix di aiuti” per coprire i primi tre mesi del 2023. Conferma per bonus sociale e crediti di imposta, con aliquote più vantaggiose per le piccole attività (dal 30% al 35%) e le imprese (dal 40% al 45%). Una misura che fa molto discutere è il taglio dello sconto sui carburanti. Dal primo dicembre si riduce, quasi dimezzandosi. Si passa, a dicembre, da uno sconto al distributore di 30,5 a 18,3 centesimi. Aumenta l’assegno unico familiare (la proposta è di raddoppiare da 100 a 200 euro la maggiorazione per i nuclei con 4 o più figli e di garantire 100 euro in più per i figli gemelli) e c’è un intervento sui congedi famigliari.
Nulla da fare per l’abolizione o la riduzione dell’Iva su pane pasta e latte, sì invece alla riduzione al 5% dell’Iva sui prodotti di prima necessità per l’infanzia (come pannolini, biberon, omogeneizzati, attualmente al 22%) e sugli assorbenti (attualmente al 10%). Viene estesa la Social card per i meno abbienti: la carta per gli acquisti per i beni di prima necessità, che oggi è concessa a over 65 e bimbi sotto i tre anni con particolari requisiti (i titolari sono i genitori) sarebbe cumulabile con la pensione minima e, come già avviene, sarà distribuita dai Comuni. Prendendo a riferimento il regolamento Ue, gli extraprofitti si misurano sugli utili, e l’attuale aliquota al 25% viene innalzata al 30-33%.
Spuntano poi la razionalizzazione dei bonus edilizi e delle tax expenditure, e anche una tassa bitcoin sulle plusvalenze da criptoattività. Sulla prima questione si rivede il décalage che ora riduce il valore di alcuni sconti fiscali al crescere del reddito. Negli ultimi giorni è stato studiato un abbassamento delle soglie che farebbe scattare le riduzioni a partire da 60mila euro per arrivare all’azzeramento a 120mila euro.
Finora per prassi l’Agenzia delle entrate ha equiparato le valute virtuali a quelle estere, assoggettando le conversioni all’imposta del 26%. Si va verso un quadro normativo con una specifica definizione. Nuovo rinvio dell’entrata in vigore dell’imposta sul consumo di plastica monouso e di quella sulle bevande zuccherate, ovvero la plastic e la sugar tax. La razionalizzazione dei bonus edilizi è attesa nel decreto fiscale collegato: seguirebbe la stretta sul Superbonus inserita nel dl Aiuti quater.
Cancellazione per le cartelle fino al 2015, al di sotto dei mille euro con rateizzazione in 5 anni
Confermata invece la tregua fiscale o condono che dir si voglia. Cancellazione per le cartelle fino al 2015, al di sotto dei mille euro e riduzione di sanzioni e interessi, con rateizzazione in 5 anni, per le altre. Accantonata l’ipotesi della ‘voluntary disclosure’ sui capitali all’estero, prende piede lo stop all’aumento delle multe. Al via la lotteria degli scontrini istantanea.
Arrivano incentivi per l’adeguamento di pos e casse per la lotteria degli scontrini, trasformata dal dl Pnrr di giugno in un gioco a premi istantaneo. Dal primo gennaio aumenta a 5mila euro il tetto al contante dagli attuali 2mila euro. Se non si fosse intervenuti il tetto sarebbe sceso a mille euro dal 2023 secondo la road map studiata dal governo Conte in chiave anti-evasione.
Sono stanziati 400 milioni di euro per la regione Marche colpita dall’alluvione di settembre. E viene riattivata la Stretto di Messina spa, in liquidazione da nove anni, nata per la realizzazione del Ponte fra Sicilia e Calabria.