Farsi la guerra sui cortei contro la guerra è un’impresa che – come sempre quando c’è da dividersi – a sinistra riesce alla perfezione. Così, quando domani a Roma la manifestazione nazionale per la pace avrà già raggiunto il traguardo in Piazza San Giovanni (leggi il programma), proprio mentre sul palco continueranno ad alternarsi gli interventi degli organizzatori, all’arco della pace di Milano partirà la contromanifestazione convocata dall’ego… Centro di Carlo Calenda. Con il singolare risultato di dividere il Centrosinistra in due cortei che sulla carta dovrebbero perseguire lo stesso scopo: quella pace che non riescono a trovare neppure al proprio interno.
Domani a Roma ci sarà la marcia per la Pace e a Milano la contromanifestazione promossa da Calenda
E chi, se non il Partito democratico, poteva riuscire nel capolavoro di spaccarsi in due. Anzi, addirittura in tre. Tra chi se ne starà a casa, chi farà rotta su Roma e chi, invece, non ha saputo resistere alle sirene di Calenda. Come l’eurodeputata dem, Pina Picierno, che ha risposto all’appello del leader di Azione annunciando con un tweet la sua presenza alla manifestazione di Milano: “Aderisco alla manifestazione del 5 novembre a sostegno del popolo ucraino. Non ci può essere pace senza giustizia: deve essere Kyiv a dettare le condizioni all’aggressore russo. Libertà e democrazia non sono negoziabili. #westandwithukraine”, ha cinguettato ai quattro venti la parlamentare europea. Che sarà in buona compagnia.
Alla corte di Calenda, da quanto apprende La Notizia, ci sarà pure il senatore dem, Alessandro Alfieri, peso massimo della corrente Base riformista lombarda, quella cioè degli ex renziani che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Per Alfieri la missione di pace sarà doppia: offrire un ramoscello d’ulivo per il cessate il fuoco in Ucraina, e un altro allo stesso Calenda, gran cerimoniere del corteo milanese, per convincerlo a schierare il sedicente Terzo Polo a fianco del Pd alle prossime elezioni Regionali in Lombardia. Magari intorno al nome di Carlo Cottarelli, punta di diamante dei parlamentari del Pd, che si precipitò con un entusiasta “ci sarò” a rispondere alla chiamata del suo omonimo alla contromanifestazione di domani.
Non c’è che dire, un ingrato compito per il prode Alfieri che tenterà l’impossibile: riuscire laddove ha fallito il leader dem Enrico Letta. Insomma, una missione (quasi) impossibile che, semmai andasse a segno, tapperebbe una falla aprendone un’altra. Una eventuale intesa Pd-Azione, infatti, farebbe saltare automatricamente ogni ipotesi di accordo (per incompatibilità) con i Cinque Stelle. Non è un caso, d’altra parte, che la contromanifestazione di Calenda nasca proprio da quella che in molti, a sinistra, consederano una vera e propria ripicca dell’ex ministro dello Sviluppo economico nei confronti di Giuseppe Conte. è bastato infatti che il presidente M5S aderisse (pure lui con un tweet) al corteo per la pace di Roma, a spingere Calenda, morso nella sua contefobia, alla contromossa.
“Sabato 5 novembre scenderemo in piazza a Milano per ribadire il sostegno all’Ucraina contro l’invasore russo. La pace non può nascere dalla resa degli ucraini. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”, twittò il leader di Azione in risposta al video di Conte. Tenendo a precisare che “sarà una manifestazione senza bandiere di partito”, come del resto quella di Roma (dov’è la differenza?), invitando ad accorrere numerosi “Pd, +Europa, Beppe Sala e tutte le associazioni e le personalità politiche interessate, a partecipare e organizzare con noi”.
Qualcuno tra i dem deve, evidentemente, averlo preso sul serio se autorevoli esponenti come la Picierno e Alfieri hanno deciso di rispondere “presente!”. E poco importa se il corteo di Milano sia pure l’occasione per riaprire il dialogo con Calenda. D’altra parte, tra Pd e Azione, pur sempre di pace si tratterebbe.