Nella sua prima uscita internazionale a Bruxelles Giorgia Meloni ha insistito con i vertici europei, a partire dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, su “come spendere al meglio” i fondi in particolare del Pnrr per dirottarli a quelli che oggi sono le grandi priorità, come la questione energetica.
Il governo dovrà contare sulle proprie risorse per mettere a terra il nuovo pacchetto di aiuti contro il caro-bollette e la manovra
Ma la trattativa con l’Europa – al di là dei convenevoli – per modificare il Pnrr e per trovare una risposta unitaria all’aumento dei prezzi dell’energia è tutta in salita per la netta contrarietà dei paesi del Nord a soluzioni come il price cap al gas e a nuove emissioni di debito comune.
Nonostante il calo delle tariffe del gas deciso dall’Autorità per l’energia, la crisi energetica non è superata
Dunque il governo dovrà contare sulle proprie risorse per mettere a terra il nuovo pacchetto di aiuti contro il caro-bollette e la manovra. Ma la coperta è corta. Nonostante il calo delle tariffe del gas deciso dall’Autorità per l’energia, la crisi energetica non è superata, il 2023 sarà ancora un anno difficile: il governo lo sa e per questo sta impostando il lavoro per il prossimo decreto di aiuti e poi per la manovra all’insegna di una “grande prudenza”. Che si riflette anche nelle nuove stime della Nota di aggiornamento al Def, che arriva oggi sul tavolo del consiglio dei ministri insieme alla Relazione del Governo al Parlamento sull’aggiustamento di bilancio.
In queste ore nel governo si studia anche un provvedimento sulle trivelle
In queste ore nel governo si studia anche un provvedimento sulle trivelle e non è escluso che possa essere presentato già oggi. Nella Nadef, che l’esecutivo ha aggiornato con il quadro programmatico il Pil 2023 verrebbe confermato al +0,6%. Per quanto riguarda invece l’indebitamento netto l’asticella verrebbe portata al 4,5% del Pil: considerato che la stima tendenziale è al 3,4%, si aprirebbe uno spazio per il prossimo anno di oltre 21 miliardi.
Risorse in deficit che saranno la base di partenza della manovra. Che tra spese indifferibili e lista di desiderata politici dovrebbe viaggiare però oltre i 40 miliardi. All’energia sarà destinata in manovra una somma non inferiore ai 15 miliardi. Per cercare di raggranellare nuove risorse, intanto, si lavora ad una revisione del Superbonus 110% e del Reddito di cittadinanza. Altre risorse potranno arrivare anche dai fondi di coesione non spesi: si dovrebbe trattare di 4-5 miliardi, ancora oggetto però di trattativa in Europa, che potranno essere usati per il caro energia.
Dalla Nota al Def è attesa anche un’indicazione più chiara sul ‘tesoretto’ di minor deficit che consentirà in parte di finanziare il prossimo pacchetto di aiuti per tutelare famiglie e imprese fino alla fine dell’anno, provvedimento atteso in consiglio dei ministri la prossima settimana. È probabile che lo spazio di 9,4 miliardi lasciato dal precedente governo si ampli con una dote aggiuntiva di 5-9 miliardi. Alla luce di questa dote, il governo chiederà l’autorizzazione all’utilizzo delle risorse alle Camere, che voteranno la prossima settimana.
Al decreto aiuti dovrebbero andare 7-10 miliardi
Al decreto aiuti dovrebbero andare 7-10 miliardi, necessari per prorogare fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore e lo sconto benzina (in scadenza il 18 novembre): altre misure sono allo studio, dal rafforzamento del bonus sociale allo uno scudo per chi non riesce a pagare le bollette.